Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - copertina
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 2
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 3
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 4
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 5
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 6
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - copertina
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 2
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 3
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 4
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 5
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 6
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 32 liste dei desideri
Vite di avventure di fede e di passione
Disponibilità immediata
28,50 €
-5% 30,00 €
28,50 € 30,00 € -5%
Disp. immediata
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
28,50 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Librightbooks
30,00 € + 5,50 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Libreria Postumia
30,00 € + 8,90 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Internazionale Romagnosi snc
30,00 € + 8,90 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
30,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 4 giorni lavorativi disponibile in 4 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
30,00 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
30,00 € + 7,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
30,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libraccio
16,50 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
28,50 € Spedizione gratuita
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Librightbooks
30,00 € + 5,50 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Libreria Postumia
30,00 € + 8,90 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Internazionale Romagnosi snc
30,00 € + 8,90 € Spedizione
disponibile in 3 giorni lavorativi disponibile in 3 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
30,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 4 giorni lavorativi disponibile in 4 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
30,00 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
30,00 € + 7,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
30,00 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libraccio
16,50 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - copertina
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 2
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 3
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 4
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 5
Vite di avventure di fede e di passione - Benedetto Croce - 6

Descrizione


Benedetto Croce si accinse a questo libro spinto dallo stimolo delle «deplorevolissime» biografie romanzate: «Pensai che si potesse fare il preciso opposto di ciò che quelle fanno: attenersi alla più scrupolosa acribia nella documentazione e ricostruzione biografica (quelle, invece, maltrattano i documenti, li alterano con capricciosi frastagli e li mischiano di spiritose invenzioni); riattaccare i casi deglindividui ai problemi delle loro età (quelle biografie staccano glindividui da questi problemi e li contemplano e li godono quasi ciechi complessi di nervi, eccitabili e variamente eccitati); e tuttavia, come dicevo, appagare in certa misura la fantasia mercé la particolarità dei fatti e la vivezza del racconto». Così in queste sei «vite» variamente esemplari che ci trasportano dagli ultimi anni del Duecento alla Napoli rivoluzionaria, dietro lausterità della scrittura e della documentazione sentiamo pulsare quellanimus romanzesco, affascinato dalla singolarità irripetibile, che spinse Croce in un selvaggio angolo della Basilicata per ritrovare, quali «muti testimoni», i «sassi ruinati» fra i quali si svolse la funesta vicenda di Isabella di Morra, a cui è qui dedicato un memorabile ritratto. Pubblicato nel 1935, questo libro, in cui molti riconoscono una delle opere più felici di Benedetto Croce, è rimasto a lungo irreperibile. Mai come in queste Vite appare con eloquenza un aspetto di Croce che è spesso oscurato dalla sua fama di teorico: quello della devozione al particolare, della passione nel disegnare con la massima precisione le linee di alcune esistenze mentre affiorano tra i flutti della storia.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2
1989
17 aprile 1989
477 p.
9788845906824

Voce della critica

MAGGI, MICHELE, La filosofia di Benedetto Croce, Ponte alle Grazie, 1989

CROCE, BENEDETTO, Vite di avventure, di fede e di passione, Adelphi, 1989

CROCE, BENEDETTO, Contributo alla critica di me stesso, Adelphi, 1989
recensione di Coli, D., L'Indice 1989, n. 8

L'iniziativa della casa editrice Adelphi di pubblicare un gruppo di opere di Benedetto Croce ha suscitato recentemente qualche polemica da anni cinquanta, con i soliti luoghi comuni di un Croce dittatore, provinciale, meno filosofo di Gentile e perfino umanamente più frigido. Chiaramente, un intellettuale così indipendente e produttivo, una personalità così imponente, può provocare ancora inquietudine e desiderio di rimozione. D'altra parte però la massa di ricerche e studi sulla storia della cultura italiana scaturiti dalle "Cronache" di Garin hanno fatto giustizia di molti giudizi sommari emessi nell'acceso clima dell'immediato dopoguerra, mentre il confronto con altre tradizioni nazionali filosofiche e storiografiche ha condotto - come dimostra il recente bilancio della "Rivista di Filosofia" - ad una consapevolezza che respinge l'uso di Croce come capro espiatorio dell'insufficienza teorica nostrana. Paolo Rossi, dopo aver elencato le tendenze strutturali della tradizione filosofica italiana (dall'eclettismo alla retorica, dall'ossessione per le 'Weltanschaunngen' alla rigidità ideologica della cultura cattolica e marxista, dalla perenne idea della missione del dotto alla vocazione del consigliere del principe) ha concluso che alla base della sua insufficienza teorica sta soprattutto un'assenza di professionalità, non riscontrabile invece nella storiografia filosofica, in generale competitiva con quella straniera. E per quanto riguarda l'insistenza sui limiti di Croce e Gentile ha osservato: "La generazione a cui appartengo si è dedicata a questa attività critica come ad uno sport praticato con tenacia, continuità e con quel tanto di sadismo che è accettato in ogni attività sportiva" (P. Rossi, "La storia della filosofia. Il vecchio e il nuovo", "Rivista di Filosofia", LXXIX (1988), fasc. 2-3, p. 549). In questa prospettiva, la riapparizione dei libri di Croce, la loro lettura e anche il possibile apprezzamento del suo pensiero, almeno per alcuni aspetti, non dovrebbe costituire un pericolo per la cultura italiana.
L'Adelphi, non nuova ad imprese difficili (basti pensare alle polemiche suscitate a suo tempo dal varo dell'edizione delle opere di Nietzsche a cura di Giorgio Colli e Mazzino Montinari) ha deciso di rimettere in circolazione un pensatore che, con una rivista ("La Critica"), i suoi libri, il controllo di una casa editrice, dette il tono a mezzo secolo di cultura italiana. All'inizio del Novecento, Croce piacque soprattutto ai giovani, perché li liberava dal conformismo della cultura accademica e perché era in grado di assumere e sostenere posizioni eterodosse. In quindici anni, partito da Herbart, Simmel, Rickert, affrontò Hegel, trasformandone decisamente la dialettica; costruì un sistema, lo mise in discussione, fino a dichiarare la morte del 'purus philosophes' ed a teorizzare la filosofia come metodologia della storiografia. Nel contempo, aveva iniziato la riflessione sulla storiografia ed era stato tra i protagonisti del dibattito europeo su Marx. Insofferente verso la filosofia della storia, rifiutò il marxismo come nuova escatologia, pur ammirando come maestro di realismo politico il "Machiavelli del proletariato". Infastidito dalla "mentalità massonica", in cui comprendeva socialismo turatiano, positivismo e democraticismo, amico di Georges Sorel, simpatizzò intellettualmente con il sindacalismo rivoluzionario, ma nel 1911 dichiarò la morte del sogno di una rigenerazione dell'umanità ad opera del proletariato. Durante la guerra mondiale fu tra i pochi intellettuali europei che non persero la testa. Non fu nazionalista, n‚ interventista, n‚ pacifista, e si divertì a ridicolizzare i professori universitari intenti a teorizzare i miti della latinità o della germanità. La guerra gli sembrò un fenomeno naturale, tipico della specie umana, capace anche di distruggere e distruggersi, morale od immorale quanto un temporale od un terremoto, il cui unico arbitro era la forza.
Per tutta la vita detestò le anime belle, le 'schone Seelen', come amava chiamarle, ricordando l'aneddoto di Heine, della soave e pia dama che scriveva lettere anonime e le firmava "Una bella anima". Dopo una prima simpatia, si oppose al fascismo. Fu il periodo del Croce più noto, dei grandi 'pamphlet' della 'Storia d'Italia' e della 'Storia d'Europa', del Croce teorico della storia come storia della libertà, della messa in discussione di tutta la sua opera, compresa la filosofia. L'immagine più suggestiva rimane quella del vecchio filosofo, reso fisicamente fragile dall'età, che osserva il rogo, sotto i bombardamenti, della chiesa di Santa Chiara, interrogandosi sul destino della civiltà e sul suo rapporto con la forza distruttrice e creatrice del "Vitale".
A Croce va riconosciuto il merito dell'insistenza, quasi un'ossessione sulla necessità di un criterio di distinzione e del "principio di realtà", per pensare ed operare. Questa ossessione fu alla base del suo fascino, da cui derivò il suo prestigio. Non fu un 'uomo olimpico', visse profondamente l'angoscia del Novecento ed arrivò a vivere con calma l'angoscia attraverso la filosofia, considerata come ricerca della pace interiore e giustificazione della propria esistenza. Sotto questo aspetto è quindi benvenuta la decisione della casa Adelphi di cominciare questa nuova pubblicazione dal "Contributo alla critica di me stesso". Questo piccolo volumetto, scritto nel 1915, a quarantanove anni, rappresenta una biografia psicologica ed intellettuale. Dalla curiosità infantile per l'oggetto misterioso "filosofia", al trauma della perdita della famiglia nel terremoto di Casamicciola, dalla disperazione adolescenziale all'incontro con Labriola, al tentativo, nel chiuso degli archivi e delle biblioteche, di "dare un senso alla propria vita".
Le "Vite di avventure, di fede e di passione", il secondo volume Adelphi pubblicato originariamente nel '35 rappresenta la continuità dell'interesse crociano per figure minori della storia, per "le vite diverse", e del tentativo di comprenderle e dare loro spazio nella trama incessante del mondo. Croce si accosta a questi universi individuali così lontani da cui col pudore ed il rispetto, non già del gentleman ottocentesco, come è stato osservato, ma di chi conosce "il segreto degli umani tormenti, delle nostalgie, delle brame, dei pungenti ricordi". Per questo, le emozioni ed i sentimenti, non esibiti artificiosamente come nelle biografie romanzate contro cui polemizzava, escono quasi inavvertitamente dalla descrizione di queste esistenze senza qualità. Con delicatezza ed intelligenza Croce ricostruisce la vita di Isabella Morra, giovane nobile, uccisa dai fratelli a pugnalate, per avere soltanto ricevuto delle lettere e dei versi dal suo vicino, come lei poeta, Diego de Castro. Di questa donna, che tentava di fuggire da un angolo selvaggio della Basilicata attraverso la poesia, non permettendosi neppure di sognare l'amore, ma solo di desiderare un matrimonio come via di scampo dalla cancellazione dal mondo, Croce offre un ritratto memorabile. Né sono meno interessanti il ritratto di Galeazzo Carracciolo, marchese di Vico, fuggito a Ginevra per seguire la sue fede calvinista e, nonostante una nuova vita sociale ed affettiva, roso dal desiderio di una moglie indifferente abbandonata a Napoli; o quello del soldato spagnuolo Diego Duque de Estrada, violento e spaccone che, divenuto frate, scrisse nella sua cella un'autobiografia, realizzando "prodezze che non compiè , omicidi che non commise, avventure erotiche che non gli accaddero".
Tutt'altro che insensibile all'analisi delle passioni, Croce scelse di conoscerle e di razionalizzarle a partire da un sistema di valori che, data per scontata la conflittualità umana, poneva la necessità di distinguere tra il momento economico del narcisismo e individualismo ed il momento morale della mediazione e considerazione realistica del proprio sé in relazione agli altri, simili nelle pulsioni e nelle capacità di ragione. Croce, come Freud, considerò, sia pure usando termini diversi, inestinguibile il conflitto tra eros e civiltà, sperimentando in tal modo l'angoscia. Per questo, nonostante gli indubbi pregi dell'edizione Adelphi, è da lamentarvi l'esclusione dei testi filosofici crociani, ormai in gran parte irreperibili. E non è forse un caso, in concomitanza con l'iniziativa editoriale Adelphi, la pubblicazione presso Einaudi di un vivace intervento di Gianfranco Contini, che presenta Croce attraverso il "Contributo". Il testo di Contini, scritto nel 1951, pubblicato da Ricciardi nel 1967, raro tentativo di essere postcrociani negli anni cinquanta, propone un Croce grande intellettuale, organizzatore culturale, scopritore infine dell'autonomia politica, la ricchezza filosofica della quale non aliena dalle problematiche esistenzialistiche e strutturalistiche, consiste nel porsi come una nuova metodologia del sapere.
Il Croce filosofo viene anche affrontato in un volume di Michele Maggi, appena pubblicato dalla neonata casa editrice fiorentina Il ponte alle Grazie. Giorgio Colli, nel suo "Dopo Nietzsche", sosteneva che una volta sceltosi il proprio filosofo, egli va interrogato, spremuto, sviscerato, tormentato e rimesso insieme senza subire le lusinghe della polimatia. Maggi, evitando la sterile domanda se abbia senso essere crociani o anticrociani, ha affrontato Croce come un classico, individuando il carattere della sua filosofia nel tentativo di sconvolgere non solo le demarcazioni tra le scuole filosofiche, ma le stesse modalità di classificazione e divisione del sapere. Per Maggi, obiettivo di Croce è "una cultura dell'uomo intero", capace di passare dalla filosofia alla storia, alla scienza, alla politica, e in grado di ricondurre la propria azione contingente a quel complesso di pulsioni e ragione rappresentato dall'animale-uomo. In questo senso, trova un nuovo significato la distinzione crociana tra scienza e filosofia. Mentre la scienza è elaborazione, di leggi generali per la vita pratica, la filosofia è coscienza razionale della vita nella molteplicità delle sue forme. Ciò che Croce propone, secondo l'autore, è la fine della filosofia come conoscenza trascendente la storia, in funzione di una casta o corporazione, e l'esigenza di immergere il discorso filosofico nel concreto flusso del reale, riaprendo il circuito liberatorio tra filosofo ed uomo comune. Tutta l'opera crociana viene cosi intesa come contraddistinta da una irrisolvibile polarità: critica della 'Raison', ma anche dell'antiragione romantica; liberazione dalla religione, ma rifiuto dell'irreligiosità; demolizione dei santuari intellettuali, ma diffidenza per il ribellismo fine a se stesso; abbandono dei miti del passato ma anche delle utopie.
Nella ridiscussione dei problemi sottesi a queste polarità, non così facilmente risolubili una volta per tutte nella vita degli individui e delle civiltà, sta forse l''attualità' di Croce, che, per parte sua, come gran parte dei filosofi, mirò soprattutto ad essere 'inattuale', suscitatore, più che di consenso, di dubbio, scandalo, stupore.

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Benedetto Croce

1866, Pescasseroli

(Pescasseroli, L’Aquila, 1866 - Napoli 1952) filosofo, critico e storico italiano. Senatore dal 1910, per un anno ministro dell’istruzione con Giolitti nel primo dopoguerra, mostrò un’iniziale indulgenza tattica verso il fascismo; dopo il 1925 (quando, su invito di Giovanni Amendola, redasse il Manifesto degli antifascisti) mise in atto una ferma opposizione aventiniana. Godette tuttavia di una certa libertà che gli permise di continuare le pubblicazioni della sua rivista «La Critica», redatta prima dell’avvento del fascismo, in collaborazione con G. Gentile. Dopo il 1943 si trovò presidente del partito liberale e componente del comitato di liberazione: fu ministro nei governi Badoglio e Bonomi, poi senatore di diritto; nel 1947 si dimise...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore