L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
«Chi dice di non aver paura della guerra o è un cretino o è un bugiardo.»
In guerra non «spari garofani. Spari pallottole, bombe, e uccidi innocenti». E anche in tempo di pace la guerra è sempre in agguato, in ogni sua forma. Oriana Fallaci ha attraversato la gran parte delle guerre del Novecento, certo quelle più feroci, senza mai tirarsi indietro, a costo di rischiare la vita. E lo ha fatto testimoniando, ogni volta, l'orrore e la disumanità dei conflitti. In questo libro, quasi un testamento della più grande corrispondente di guerra del Novecento, sono raccolte tutte le sue principali battaglie? da Budapest a Beirut, dal Vietnam alla Grecia dei colonnelli, dalla guerra del Golfo allo scontro finale contro l'Islam e la malattia. Brani indimenticabili, che testimoniano che Oriana non si è mai arresa perché, come scrive lei stessa: «Io non voglio morire neanche da morta».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"In quegli anni imparai a odiare la guerra... a comprenderne la illogicità, la imbecillità, la follia.". Oriana Fallaci guerreggiò a vita con la guerra, avendone visto le inutili e aberranti carneficine, le violenze impensabili, le stragi gratuite e programmate. "La vita è una guerra ripetuta ogni giorno" è un'autobiografia lineare, combattiva, schierata, mentre si ha voglia di piangere e di imprecare: perché le ingiustizie annientano e defenestrano solo gli anelli deboli della catena sociale. La scrittrice ripercorre le tappe salienti della sua carriera di giornalista-corrispondente di guerra; soffermandosi su alcuni conflitti che hanno maggiormente condizionato il suo amore per la libertà, ella impartisce lezioni di coraggio atti a gridare le ragioni contrastanti gli armamenti bellici internazionali. Così, di volta in volta, la si ritroverà a Budapest allorché tratteggiava una panoramica della rivolta del 1956, o a Detroit ai tempi delle rivolte razziali. Ma anche in viaggio verso il Vietnam, il Pakistan, e verso i pozzi petroliferi dati in fiamme durante la prima guerra del Golfo. L'ultimo capitolo lei stessa lo definì "un rapporto di guerra" dato che illustrava, giustappunto, "il rapporto tra due nemici che mirano a distruggersi, come alla guerra.". La guerra era quella temibile contro il cancro ai polmoni. Una guerra ventennale, e malvagia e bandita e prepotente. Una guerra silenziosa. E vittoriosa, per il cancro. "Mi dicevo: ce l'ho fatta la volta scorsa e ce la farò di nuovo. Be', ho perso la scommessa." ... "ma con una sorta di scommessa puntavo sul non-morire."
"In quegli anni imparai a odiare la guerra... a comprenderne la illogicità, la imbecillità, la follia.". Oriana Fallaci guerreggiò a vita con la guerra, avendone visto le inutili e aberranti carneficine, le violenze impensabili, le stragi gratuite e programmate. "La vita è una guerra ripetuta ogni giorno" è un'autobiografia lineare, combattiva, schierata, mentre si ha voglia di piangere e di imprecare: perché le ingiustizie annientano e defenestrano solo gli anelli deboli della catena sociale. La scrittrice ripercorre le tappe salienti della sua carriera di giornalista-corrispondente di guerra; soffermandosi su alcuni conflitti che hanno maggiormente condizionato il suo amore per la libertà, ella impartisce lezioni di coraggio atti a gridare le ragioni contrastanti gli armamenti bellici internazionali. Così, di volta in volta, la si ritroverà a Budapest allorché tratteggiava una panoramica della rivolta del 1956, o a Detroit ai tempi delle rivolte razziali. Ma anche in viaggio verso il Vietnam, il Pakistan, e verso i pozzi petroliferi dati in fiamme durante la prima guerra del Golfo. L'ultimo capitolo lei stessa lo definì "un rapporto di guerra" dato che illustrava, giustappunto, "il rapporto tra due nemici che mirano a distruggersi, come alla guerra.". La guerra era quella temibile contro il cancro ai polmoni. Una guerra ventennale, e malvagia e bandita e prepotente. Una guerra silenziosa. E vittoriosa, per il cancro. "Mi dicevo: ce l'ho fatta la volta scorsa e ce la farò di nuovo. Be', ho perso la scommessa." ... "ma con una sorta di scommessa puntavo sul non-morire."
"In quegli anni imparai a odiare la guerra... a comprenderne la illogicità, la imbecillità, la follia.". Oriana Fallaci guerreggiò a vita con la guerra, avendone visto le inutili e aberranti carneficine, le violenze impensabili, le stragi gratuite e programmate. "La vita è una guerra ripetuta ogni giorno" è un'autobiografia lineare, combattiva, schierata, mentre si ha voglia di piangere e di imprecare: perché le ingiustizie annientano e defenestrano solo gli anelli deboli della catena sociale. La scrittrice ripercorre le tappe salienti della sua carriera di giornalista-corrispondente di guerra; soffermandosi su alcuni conflitti che hanno maggiormente condizionato il suo amore per la libertà, ella impartisce lezioni di coraggio atti a gridare le ragioni contrastanti gli armamenti bellici internazionali. Così, di volta in volta, la si ritroverà a Budapest allorché tratteggiava una panoramica della rivolta del 1956, o a Detroit ai tempi delle rivolte razziali. Ma anche in viaggio verso il Vietnam, il Pakistan, e verso i pozzi petroliferi dati in fiamme durante la prima guerra del Golfo. L'ultimo capitolo lei stessa lo definì "un rapporto di guerra" dato che illustrava, giustappunto, "il rapporto tra due nemici che mirano a distruggersi, come alla guerra.". La guerra era quella temibile contro il cancro ai polmoni. Una guerra ventennale, e malvagia e bandita e prepotente. Una guerra silenziosa. E vittoriosa, per il cancro. "Mi dicevo: ce l'ho fatta la volta scorsa e ce la farò di nuovo. Be', ho perso la scommessa." ... "ma con una sorta di scommessa puntavo sul non-morire."
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore