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Composta tra il novembre 1835 e il marzo 1836, la Vita di Henry Brulard è il racconto autobiografico di un’infanzia e di un’adolescenza ardenti e chiuse in se stesse, in mezzo a un ambiente ostile, che termina bruscamente in un’aura di felicità e di liberazione con l’arrivo di Stendhal a Milano, nel giugno del 1800, al seguito dell’esercito napoleonico. I Ricordi d’egotismo, benché siano stati scritti prima del Brulard (nell’estate del 1832), riguardano un periodo più tardo della vita di Stendhal, e cioè i primi mesi del suo ritorno a Parigi dopo gli anni milanesi di passione per Matilde Dembowski. Scritti di getto senza mentire, come una lettera a un amico», i due libri hanno quella leggerezza ariostesca e quell’andamento svagato che costituiscono l’incanto delle ultime opere di Stendhal, della Certosa di Parma soprattutto. Essi sono il punto d’arrivo di una ricerca di se stesso che è durata tutta una vita, la ricostruzione nel tempo di una fluida realtà psicologica raggiunta mediante l’abbandono a una memoria «affettiva», apparentemente incontrollata, che rimane un esempio unico nella storia letteraria.
Ma il fascino di queste memorie non sta tutto nel «modo» dell’esplorazione intima: la proiezione in un passato lontano degli stati d’animo del presente crea uno spazio fantastico, un gioco prospettico in cui i personaggi si muovono liberi e gli episodi si succedono tessendo la trama di una vita: il romanzo nasce da sé, quasi inavvertitamente. Il mondo familiare e provinciale di Grenoble, la società più aperta e complessa dei salotti parigini del periodo napoleonico e della Restaurazione, i grandi rivolgimenti e il lento formarsi di nuove stratificazioni sociali prendono gradatamente rilievo e vita grazie alla percezione esatta e alla registrazione rigorosa, inesorabile, di questo «egotista», ironico e appassionato che è al tempo stesso un grande narratore pienamente consapevole della realtà storica in cui è vissuto.
L’edizione, corredata di numerose note e di appendici bio-bibliografiche, reca i 171 schizzi di mano di Stendhal che figurano nei manoscritti delle due opere.
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