Vineland

Sapevo a cosa andavo incontro e non sono rimasta mai delusa. Che carrozzone, che viaggio pieno di colori e situazioni e penso che ora prenderò V!

Avevo messo in conto, quando ho deciso di leggere Pynchon, del rischio che avrei affrontato, il rischio ed il desiderio di trovarmi in mezzo ad una miriade di personaggi bizzarri (di tutto il mondo, terrestri e non) e ad una serie infinita di storie fuori dal comune, raccolti in un romanzo scritto a ruota libera, senza soluzione di continuità; un meraviglioso guazzabuglio. La scrittura non si discute, è un piacere leggerlo, ci sono momenti coinvolgenti al massimo, geniali e divertenti, altri al limite del comprensibile; tuttavia, succede anche di venir talmente rapiti dalla sua eloquenza che ci si smarrisce, le storie si mischiano, avviene di tutto contemporaneamente che anche i tempi si sovrappongono, praticamente più che leggere un romanzo si leggono, non sempre senza fatica, decine di piccoli racconti, uno dentro l'altro, che per quanto mi riguarda, a lungo andare riducono l'attenzione sulla storia portante. Quindi, una bellissima esperienza ma con riserva, anche se Zoyd, Prairie, DL, Takeshi e tutti gli altri, Billy Barf e i Vomitones compresi, lasciano il segno.

Romanzo ambientato nella california degli anni di Reagan, di cui rappresenta un ritratto che evidenzia il declino della generazione e dei baby boomer.