I viali di circonvallazione

La lettura del romanzo "I viali di circonvallazione" conferma quanto Patrick Modiano sia bravo nel restituirci narrazioni originali. I temi della perdita, della memoria, dell'apparire e del ritornare a non esserci, delle relazioni mai scontate e quasi sempre interrotte, dell'assenza di luoghi perchè in tanti luoghi ritornano, come già letti in altri suoi romanzi, e sono sempre così ben posati sulle pagine da catturare tutta la nostra attenzione, Con Modiano si ha sempre la sensazione di stare sulle strade di una Parigi misteriora, tra nebbie e lampioni, in dei bar o stazioni ferroviarie e in attesa di ritrovarci in un prossimo indizio: quello intravisto in una sagoma di un uomo o di una donna che sia e che sfugge voltando l'angolo di una strada. Romanzo breve, scorrevole, con un colpo di scena e che ti assorbe dall'inizio alla fine. Lo consiglio. Bellissimo.

L'azione parte da una vecchia foto in bianco e nero che ritrae tre uomini. Uno dei tre è il padre del protagonista-narratore, che non vede da anni. Sono i tardi anni Trenta, quando l'antisemitismo è ormai una realtà nella società europea. Nella sua ricerca del padre, il protagonista si immerge in un ambiente torbido, fatto di personaggi equivoci e viziosi, pennivendoli e prostitute. Notevole il finale.

Il mio amore letterario per Modiano viene puntualmente ripagato da grandi libri, come questo. Il tema è la ricerca ossessiva di un passato, di un padre; tema inserito in una cornice totalmente decadente, composta da una finta nobiltà vacua, sprezzante e mal ridotta, come la tappezzeria ingiallita e strappata di una vecchia camera d'albergo. Le pagine finali sono degne del miglior Modiano.