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Gennaio 1875. Il candidato al Parlamento Francesco De Sanctis, già ministro della pubblica istruzione nei governi Cavour e Ricasoli, è il viaggiatore disincantato che percorre le antiche contrade della sua Irpinia, confrontandosi senza timori con l'asprezza di un contesto dominato dalla gestione di un potere senza ideali. Una mirabile vocazione illuministica e una conoscenza non effimera dei retroscena gli offrono la possibilità di dominare le situazioni e di toccare con mano le contraddizioni del Mezzogiorno all'indomani dell'unificazione nazionale.
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2002
1 novembre 2002
296 p.
9788883091100

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Michele Bortone
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Francesco De Sanctis - e il suo viaggio elettorale Morra e Zurigo andata e ritorno di Michele Bortone Quanto poteva essere determinante la politica ieri, e cosa rappresentano oggi gli stessi schemi, o le stesse ideologie, tutto ruota intorno ad un sistema che é quello della logica degli interessi: (se tanto mi da tanto = scopo.) Ogni mondo è paese, “o paese che vai usanze che trovi.” I patti i compromessi, le strategie facciamo questo e quell’altro; abbiamo dei progetti e degli obbiettivi ben strutturati e programmati, per cui vedrai che tutto sarà risolto. Senza mettere in conto delle accuse reciproche sui mali che affliggono il paese che ascoltiamo nei discorsi elettorali. Ma ci siamo mai chiesti se è sempre stato così o peggio. Di questo ce lo racconta Francesco De Sanctis con il suo viaggio elettorale e la “NUOVA SINISTRA”. Ministro della Pubblica Istruzione nel gabinetto Cavour e per solo 15 giorni nel ministero Conforti, riesce a dare misura di sé in quel brevissimo periodo, con la riorganizzazione dell’università. Deputato nel 1861 di Sessa Aurunca. Passato all’opposizione all’epoca del ministero Rattazzi, prende corpo da un discorso alla Camera del 1864, un’idea di un nuovo partito (la nuova sinistra) sinistra giovane. De Sanctis dirigeva il quotidiano l’Italia, organo dell’Associazione Unitaria Costituzionale fondata da Settembrini nel ’63, giornale di una sinistra moderata, laica democratica. Cosa rappresentavano gli amici: eppure a quei tempi vigeva una regola di ferro: patti chiari amicizia lunga “ più chiaro di così:” La morosa di Lacedonia”, il Dott. Vincenzo Franciosi Sindaco del 1851, il Teologo Dott. Nicola Franciosi, l’amico Michelangiolo, vecchio collega al Consiglio provinciale e tanti altri. (nonostante tutto portò a casa 20 voti) che De Sanctis ripagò con sudore e fatica durante il percorso del suo viaggio elettorale. E c’era da fare i conti con il malessere che attanagliava il Meridione. L’ avventura di questo grande artista meritava molto ma molto di

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Michele Bortone
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Lacedonia era la città che più aveva tenuto De Sanctis sulle spine durante lo sfoglio dei voti, divisa per beghe personali é la città dove nella sua prima giovinezza, in visita ad alcuni suoi parenti era nato il suo primo amore, anch‘esso non coronato per meschini interessi di parte: da egoismi e puntigli paesani. E ricordando questo primo amore, raccontato dallo storico Landolfi, De Sanctis scelse, come sede per la Scuola Normale rurale maschile Lacedonia e non altri centri come Andretta oppure il suo paese natio Morra. De Sanctis si sentiva "Maestro nato" Ministro della Pubblica Istruzione, del primo parlamento italiano, quel bel giorno del 13 aprile 1861, ebbe a dire: "noi saremo contenti quando in Italia l‘ultimo degli Italiani saprà leggere e scrivere". Voleva che ogni creatura fosse un uomo libero e per lui l‘uomo libero era solo l‘uomo istruito. Michele Bortone

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(Morra Irpina, oggi Morra De Sanctis, Avellino, 1817 - Napoli 1883) critico italiano.La vita e le opere Visse a Napoli dall’età di nove anni, studiando prima con uno zio sacerdote e poi con il purista Basilio Puoti. Nel 1839 aprì una scuola privata al Vico Bisi, dove continuò a insegnare anche dopo essere stato nominato professore (1841) nel collegio militare della Nunziatella. Intanto veniva superando i limiti del purismo e si accostava alle grandi letterature europee e alla filosofia idealista. Nel maggio del 1848 partecipò, insieme ai suoi allievi, all’insurrezione napoletana. Nel dicembre 1850 fu imprigionato; dopo due anni e mezzo di carcere (durante i quali compose il dramma Torquato Tasso e il carme in endecasillabi La prigione, studiò il tedesco, lesse la grande Logica di Hegel e tradusse...

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