Viaggiatore solitario. Interviste e conversazioni 1980-1991

Il primo libro letto di Tondelli è stato "Altri libertini". Mi è talmente piaciuto che, come mio solito, ho subito cercato di sapere qualcosa di più sul suo autore. Cercando mi sono imbattuto in questo libro della Bompiani. Ho pensato, bene-potrò-capire-meglio-il-pensiero-di-P.V.T. E cominciando a leggere, entusiasta all'inizio, mi sono ritrovato dopo qualche centinaio di pagine confuso. Perché potreste chiedermi? Rispondendo con onestà: penso che un libro (431 pagine) ben fatto di interviste e conversazioni dovrebbe avere una diversificazione e una ricchezza di argomenti molto più variegata e non si può immaginare di riempire una tale mole di pagine con stesse domande e stesse risposte. Un'intervista va letta e contestualizzata al periodo, certo, ma leggere un'intervista dietro l'altra degli stessi anni, con (sottolineo) stesse domande e stesse risposte è solo ridondanza. Se il libro fosse stato la metà, o la metà della metà, o la metà della metà della metà (facendo i calcoli una cinquantina di pagine) sarebbe stato molto più godibile. Scremando le interviste più interessanti da quelle futili sarebbe stato un ottimo lavoro. Eppure, la cosa positiva del testo, a parer mio, è che mi ha invogliato, incuriosendomi tanto, a conoscere tutta la bibliografia del Tondelli. Quindi, anche dalla noia nascono i fiori.