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scheda di Schiavoni, G., L'Indice 1986, n. 9
Germanista proteiforme, poeta-filosofo e pubblicista, Masini aggiunge con questa nuova raccolta di saggi maturati fra l''80 e l''84 preziose tessere al bizzarro mosaico epistemologico che - nell'ambito di una critica essa stessa "eccentrica" che non si sgomenta di coniugare il marxismo con la Kabbalah e il nichilismo - egli è venuto componendo ad es. con "Sguardo della Medusa" (1977), "Scriba del caos" (1978) e "Gli schiavi di Efesto" (1981). Il libro si presenta come un itinerario ermeneutico, per quanto discontinuo, attraverso alcuni grandi momenti di trasgressione e di sfaldamento della soggettività otto-novecentesca affiorati soprattutto nella cultura tedesca: dal romanticismo quale ideale punto di partenza (la "fuga dal centro" in Kleist e la "perdita dell'io" di Hoffmann) alla stagione espressionista (specialmente l'esplosione visionaria in Kokoschka e Wedekind), sempre in bilico fra annientamento e palingenesi umana; dalla prefigurazione di un'estinzione dell'Io (in Valéry, Hofmannsthal o Benn) al rovesciamento della logica del significare (in Kafka ed E. J.) dalla decomposizione delle forme in Wagner e Thomas Mann alla valorizzazione dell'ebbrezza in Benjamin. Questa via eccentrica, perché segnata dalla perdita delle certezze (del "centro", dunque, o della "beata unità dell'Essere"), incontra così i volti sfigurati e gli interrogativi senza risposta del "Moderno". V'è però - a giudizio di Masini - in quei volti e in quegli enigmi, al contempo, una forza dirompente tale da farne il luogo (utopico) di un'esplosione permanente.
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