La via dei piccoli orrori

Reduce dai suoi fasti letterari: D'Aria, Una Famiglia di Sabbia, Ciao Topolino, in cui scoprii un'autrice locale ma dal più ampio respiro narrativo, Loredana Ruffilli torna ai divertissements (i suoi) degli albori con La Via dei Piccoli Orrori. Sfornato a circa un anno dal pregevole D'Aria, la Ruffilli in questo libro descrive una via di un piccolo paese animata da personaggi delineati con piglio manicheo che darebbero luogo ad episodi orrifici. Il che è vero per Nicola, il vecchio cieco lasciato fuori casa su una sedia, avviluppato nel suo buio per non essere d'intralcio in casa; parimenti per Nicola, ragazzo disabile chiuso nel guscio di una vecchia auto dismessa che fungeva da letto di contenimento. Dopo di ciò è l'umanità che scorre in quegli anni '60 e seguito senza particolari efferatezze. Per cui il titolo appare forzoso. Il resto sono descrizioni ben fatte, direi da manuale, che non detengono più la tensione emotiva che dai precedenti tomi pervadeva il lettore. Insomma, l'autrice mancandole una storia in linea con le precedenti, s'è creata vicenduole random pur di soddisfare la sua smania scritturale ma allontandosi così dagli anzidetti fasti.