Very 'Eavy Very 'Umble

Prima uscita di questa grande band, spesso sottovalutata, ma di diritto nel novero dei padri dell'hard rock, insieme a Deep Purple, Led Zeppelin e Black Sabbath. La voce del compianto Byron regge perfettamente il confronto con i più blasonati colleghi, trovandosi a suo agio sia nei pezzi più tirati come Gipsy, che in pezzi più morbidi come Come Away Melinda, in cui sfodera tutta la sua dolcezza. Le armonie vocali sono intrecciate alla perfezione, mentre le tastiere hanno un ruolo di grande rilievo, grazie alla classe di Hensley, che è il musicista di maggior spicco nei primi anni della band.

Probabilmente è il momento di (ri)definire il concetto di heavy metal. Ho sentito questo album per la prima volta, ma non mi è parso così "pesante" come pensavo; certo, non sono musiche da Festival di Sanremo né da New Wave anni '80, però nemmeno da festival del metallo. Ho trovato questo album in linea col titolo, 'eavy perché è musica che possiede una certa forza e 'umble perché è musica che sa cosa sta facendo. L'album è coinvolgente, appassionante, dolce, progressive, angelico e forte e merita un ascolto attento e appassionato. Certo, tra i giganti degli anni '70 la band soffre di minore incisività, carisma e forse inventiva. Ma il disco ha tutti gli elementi per essere un classico e poco da invidiare a chi ha avuto più successo. Da ascoltare, anche per capire che cosa è successo dopo.

Un album altamente sottovalutato, nonostante il successo degli Uriah Heep! Visione intellettuale e tecnicamente molto alta di musica che potrebbe essere definita "heavy metal", ma che è ben altro. Un lavoro che ha segnato tutti gli altri dischi del gruppo e che ha insegnato molto ad altri gruppi, in particolare nell'uso di cori e organo!! Da non perdere!