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Descrizione


Nella prima metà dell'Ottocento, quando il Sudafrica era una colonia inglese, una profetessa nera annunciò che gli antenati degli africani sarebbero tornati dal mare per punire gli inglesi. La profezia per avverarsi comportava un sacrificio di terre e di bestiame da parte dei neri. La popolazione si divise tra Credenti, coloro i quali accettarono la condizione per poi morire di fame, e Non Credenti che accettarono il dominio inglese. Quasi duecento anni dopo un giovane nero urbanizzato e colto arriva in un villaggio a sud del paese e ritrova l'antica faida tra Credenti e non, questa volta incentrata sul costruire o meno un casinò. Il protagonista si lascerà coinvolgere nello scontro e cambierà la propria stessa visione del mondo.
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Dettagli

E/O
2005
26 aprile 2005
343 p., Brossura
9788876416576

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Voce della critica

Verranno dal mare è il terzo romanzo di uno tra i più noti scrittori e drammaturghi sudafricani contemporanei, Zakes Mda, per la prima volta proposto in italiano nella bella traduzione di Maria Baiocchi. L'opera, che nell'originale inglese si intitola Heart of Redness , con un esplicito riferimento a Cuore di tenebra ( Heart of Darkness ), ha in realtà poco in comune con la fosca atmosfera conradiana perché inscena piuttosto, in chiave comico-grottesca, il conflitto fra modernità e tradizione, tipico di ogni società in transizione. Il colore rosso del titolo serve a introdurre il popolo xhosa, tra i più antichi del Sudafrica, quale protagonista assoluto del romanzo con la sua storia drammatica, la sua cultura, la sua lingua e le sue vesti tinte nel caratteristico colore rosso ocra, molto usato anche nei cosmetici con cui gli xhosa decorano il corpo nelle cerimonie rituali.
In una prosa fluida e densa di dialogo, Mda presenta la vita quotidiana di un villaggio della costa orientale sudafricana, Qolorha-by-Sea, alternando due tempi narrativi, il presente successivo alla caduta dell'apartheid, e il passato riferito all'epoca dell'espansione coloniale inglese, due momenti particolarmente significativi nel destino degli xhosa. Le vicende del primo intreccio ruotano intorno alla profezia di una ragazzina, Nongqawuse, secondo cui sarebbe arrivato dal mare un popolo nuovo capace di risolvere ogni problema degli xhosa, a condizione che tutti i loro armenti fossero massacrati e i raccolti distrutti. Nel giorno previsto, annunciato da una luce particolarmente intensa, poi da un grande oscuramento seguito da lampi, il mare si sarebbe aperto e gli antenati sarebbero tornati in vita restituendo loro tutto il bestiame e i raccolti. Niente di tutto questo si verificò, tranne la distruzione del bestiame e la morte di migliaia di individui per stenti e denutrizione: "La gente moriva. A migliaia. Dapprima soprattutto vecchi e bambini. Poi uomini e donne nel fiore degli anni. Morivano ovunque. Cadaveri e scheletri erano dappertutto, negli alvei dei fiumi asciutti. (...) Nessuno aveva la forza di seppellirli".
Il Grande massacro del bestiame, un fatto storico accertato accaduto tra il 1856 e il 1857, impressionante suicidio rituale di un intero popolo che si lasciò morire (forse estremo atto di resistenza nei confronti del potere coloniale degli inglesi), è stato visto anche come atto di purificazione e autonegazione, che portò a un irrimediabile impoverimento e annientamento.
Alla notizia della profezia, la popolazione si era divisa in due fazioni, quelli che le davano credito e quelli che la rifiutavano, i Credenti e i Miscredenti, capeggiati da due fratelli rivali Twin e Twin Twin, figli di un mitico eroe del popolo, "l'antenato senza testa", i cui discendenti avrebbero continuato a farsi la guerra fino ai nostri giorni. I due atteggiamenti esprimono infatti due visioni della vita, due modi di stare al mondo che permangono, anche a distanza di un secolo, nella contrapposizione tra coloro che nell'odierna Qolorha-by-Sea sono favorevoli allo sviluppo turistico del villaggio e quelli che vogliono tenersi tranquillamente legati alle proprie tradizioni e consuetudini.
Protagonista di questo secondo intreccio è Camagu, un esule tornato al suo paese dopo trent'anni trascorsi negli Stati Uniti. Esperto di comunicazione e sviluppo, Camagu incontra varie difficoltà per mettere a frutto le sua specializzazione o trovare un lavoro qualsiasi: la lunga assenza dal paese si rivela un ostacolo insormontabile. Il problema principale sembra essere quello di non avere "mai imparato la danza della libertà", di non avere cioè partecipato alla lotta di liberazione dal giogo dall'apartheid. E sebbene la nuova élite al potere sia fatta di persone che un tempo ha conosciuto, Camagu vuole restare indipendente e rifiuta di legarsi al nuovo sistema di protezione. Alla vigilia del ritorno negli Stati Uniti, decisione presa a malincuore dopo quattro anni di rifiuti e frustrazioni, Camagu si trova a partecipare a un funerale a Johannesburg. Qui resta ammaliato dalla voce di una bellissima donna di Qolorha-by-Sea, dove, sulle tracce della donna stessa, finisce per approdare. A Qolorha si trova presto coinvolto nella faida secolare tra due famiglie, discendenti di Twin e di Twin Twin, rinfocolata questa volta dal progetto di costruzione di un casinò che, per i nuovi Miscredenti, attirerebbe i turisti e porterebbe buone possibilità di profitto. Per i Credenti avrebbe invece l'orribile conseguenza di depredarli della libertà di godersi il mare e i suoi frutti, i boschi, gli uccelli, le scimmie.
Conteso tra i due gruppi capeggiati, proprio come in passato, da due fratelli rivali, Bhonco e Zim, Camagu, che si è guadagnato la stima di tutti, riuscendo a non compromettersi né nell'una né nell'altra direzione, si stabilisce al villaggio avviando un'attività di conservazione e commercializzazione dei frutti di mare che dà lavoro a un piccolo gruppo di donne locali. Mentre sogna di ritrovare NomaRussia, la donna che lo ha ammaliato con la sua voce, Camagu diventa inoltre oggetto di amore e di contesa di due ragazze: la fredda e altera Xoliswa, della famiglia dei Miscredenti, che ha studiato negli Stati Uniti ed è avviata a una brillante carriera nei ranghi dell'istruzione, e Qukezwa, figlia del capo dei Credenti, dalla bellezza selvaggia e provocante e i modi bruschi, che gira a cavallo brandendo un machete per dissotterrare le piante dannose alla flora indigena. Ed è a Qukezwa, che con la sua splendida voce gli ricorda NomaRussia, che alla fine Camagu si legherà, dopo che lei gli avrà dato un figlio, concepito magicamente. Qukezwa, lo spirito più autentico e indomabile del suo popolo, il cui canto dalle mille tonalità e colori ne è l'espressione più genuina: "Canta a colori chiassosi. A colori violenti. Colori di sangue rappreso. Colori di oggi e di ieri. Colori di sogno. Colori che dipingono incubi sui paesaggi aridi".
Presente e passato, storia e invenzione, realismo e magia, commedia e tragedia sono elementi che si confondono nel romanzo dandoci il racconto delle "ferite della storia" attraverso la rappresentazione attuale e colorita della vita degli individui, le loro speranze e sofferenze. Sofferenze che hanno una forte risonanza nell'oggi. Le descrizioni della carestia e della fame, e quelle della morte degli xhosa, non possono non farci pensare anche alla situazione attuale del Sudafrica flagellato dall'Aids. La mescolanza di verità e finzione, di lingue e dialetti, esprime poi il senso di libertà dell'artista sudafricano dopo la fine dell'apartheid, che fa spaziare la propria immaginazione senza prescrizioni di sorta, decidendo da solo il suo ruolo di artista. Verranno dal mare può definirsi una favola morale in cui un episodio storico viene "reinventato" per divertire, insegnare, e criticare il nuovo corso della politica sudafricana. In particolare, Mda critica la politica del black empowerment , che ha portato alla formazione di una nuova élite lasciando la massa dei neri in estrema miseria. Attraverso la vicenda di Camagu, un personaggio dai chiari risvolti autobiografici, Mda sembra sostenere una forma diversa di rinascita del paese legata alla valorizzazione della cultura locale e della storia passata, senza cadere nello sfruttamento neocapitalistico del "turismo culturale".
Il testo, che deve avere offerto non poche difficoltà di traduzione, sempre convincentemente risolte, è disseminato di termini ed espressioni idiomatiche in lingua xhosa, che sono state efficacemente lasciate nell'originale perché funzionali a introdurre il lettore a quella cultura, dandogli informazioni non solo relative alle piante, agli uccelli o al cibo, ma anche al genere delle persone, agli status sociali, abiti, riti, culti, canti. Il romanzo diventa così una sorta di celebrazione dei luoghi della cultura del popolo xhosa e, nel registrare un importante evento della loro storia nella lotta contro i coloni europei, introduce a una nuova visione della storia del Sudafrica, finora narrata solo in termini di resistenza al colonialismo e all'apartheid.

Paola Splendore

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Conosci l'autore

Zakes Mda

1948, Herschel (Sud Africa)

Scrittore sudafricano. Autore di romanzi e opere teatrali, poeta (Un po’ di macerie, Bits of debris, 1986) giornalista e professore universitario, vive tra gli Stati Uniti e il Sudafrica, dove si adopera per la prevenzione dell’AIDS, tema al quale ha dedicato numerosi testi per il teatro e la televisione. Si è imposto come drammaturgo con Canteremo per la madrepatria (We shall sing for the fatherland, 1973) e ha confermato il proprio successo con La collina (The hill, 1974) e La strada (The road, 1982). Il suo teatro è una commistione efficace di denuncia della situazione sociale del paese e di realismo magico, tipico della tradizione orale africana. Gli stessi elementi si combinano nei romanzi: Modi di morire (Ways of dying, 1995, in seguito portato in scena come...

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