Verrai a trovarmi d'inverno

Questo è stato il mio primo libro queer, letto all'università.; consigliato, comprato e regalato. Dopo solo 15 anni ho deciso di ricomprarlo per rileggerlo. Mi era piaciuto molto.

Il libro vale per l'atmosfera che si respira: suoni, colori, profumi di Pantelleria si mescolano ai sentimenti e agli incerti del mestiere di vivere dei protagonisti del romanzo ognuno portatore di una difficoltà a definire se stesso. Nel finale tutto si dipana e ogni personaggio ritrova o trova per la prima volta se stesso dando un senso al proprio cammino. Anche se l'argomento trattato non è facile l'Alicata ha il pregio di non scadere mai nella volgarità e nell'ostentazione. E tutto questo accompagna il lettore a considerare un pò più da vicino, senza tanti pregiudizi, la realtà omosessuale fatta semplicemente di persone che cercano se stesse e le proprie risposte. Ma sempre e solo persone.

Romanzo scritto bene (anche se ci sono alcuni svarioni grammaticali, tipo "GLI" al posto di "LE"). Quello che contesto è il solito trito, banale, ripetitivo stereotipo tipico di certa letteratura, secondo la quale tutto il mondo è gay (anche se non lo sa o non ha il coraggio di ammetterlo). La protagonista è gay. Va a Pantelleria per la riabilitazione, e chi è il terapista? Un transessuale (che naturalmente si prostituiva, mica faceva il fisioterapista). Sull'isola trova un'amica: lesbica, of course. Nel frattempo a Roma l'aspetta il suo vecchio mondo: il primario dell'ospedale dove lavora, il babbo, l'amico del cuore... e... sorpresa! Almeno due su tre sono gay! Ma dai, certe trame sono quasi offensive verso chi legge :-(