Verità provvisorie

Ho letto con grande divertimento e tutto d'un fiato le "Verità provvisorie" e sono arrivato a questa verità assoluta: l'autore è un vero scrittore! Oltre a piroettare abilmente tra codici e pandette, tra trappole e tranelli delle investigazioni e procedure giudiziarie, egli descrive rapidamente ed efficacemente ambienti sociali ed epoche storiche diverse, si destreggia abilmente tra tic e linguaggi di personaggi di cultura ed età differenti, gettando uno sguardo curioso dentro mondi per lo più sconosciuti al lettore medio-borghese (quale io sono). Tenuto debito conto di questo mio limite, ho gustato particolarmente i primi due racconti, malgrado debba riconoscere il fascino del terzo e l'impegno profuso dall'autore per épater le bourgeois, con le molteplici soluzioni dentro le scatole cinesi e i conigli che all'ultimo momento fa comparire dal cappello a cilindro. Ma mi ha sedotto di più il secondo racconto, in cui l'Autore si diverte piacevolmente a strizzare l'occhio al lettore, illustrando quel mondo investigativo-giudiziario (che egli ben conosce), ricamato al rovescio (come negli arazzi) e i gustosi quadretti di vecchi avvocati con mille problemi fisici e mentali.