La verità in politica

Weber nel 1917 e 1919 tenne due conferenze, distinguendo "la politica come professione" e "la scienza come professione". La filosofia assumerebbe una posizione meta-teorica. Ma il vero e il falso sono criteri di orientamento tra i valori? Necessitano quindi solo ragionamenti e dimostrazioni? Ma, l'esperienza? E che dire della verità religiosa (nella rivelazione)che è assoluta? E , la filosofia? I sistemi politici hanno un peso ed i loro progetti devono essere suscettibili di essere dimostrati falsi o in errore. I discorsi politici essendo rivolti al futuro, constano di fatti verificabili o si cade nell'interpretazione?Qui occorrono: obiettività e confronto; presupporre che l'altra parte non menta e che non vi siano recondite motivazioni. Weber parlava di "razionalità rispetto allo scopo". Alcuni punti fermi per l'A: le discussioni riguardano la "interpretazione dei valori, non i valori in sé"; "L'ideologia è il sostituto moderno e fasullo della verità rivelata". Siccome rimangono vere le proposizioni di cui si possa dimostrare la falsità, bisogna: confrontarsi, verificare la contestazione e i fatti di appoggio. Attenzione alle menzogne e alle disinformazioni dove più responsabili sono giornalisti, politici, etc. Fermo restando che "Senza fiducia non c'è vita (..) neanche vita politica". Si conclude nel "riconoscere la fallibilità (..come..) la più grande virtù per un politico e una delle più grandi per i cittadini comuni": Ottimo volumetto.

Un piccolo testo da meditare. Heller ci mancherà parecchio negli anni a venire. Lucida e radicale nel significato più vero della parola.