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La vera storia dell'ultimo re socialista - Roy Lewis - copertina
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La vera storia dell'ultimo re socialista - Roy Lewis - copertina

Descrizione


«E se le cose fossero andate in un altro modo? Se in un momento cruciale avessero preso un corso diverso?». Domande che qualsiasi persona ragionevole si pone ogni volta che tocca quella strana, impalpabile materia che si chiama Storia. Roy Lewis lha affrontata in questo romanzo con la stessa sottile verve, con la stessa illuminante disinvoltura con cui aveva trattato la preistoria in Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, anche qui usando il gioco per dare evidenza e plasticità a pensieri che vanno lontano. Così ha voluto seguire una vena del possibile, immettendo, per così dire, in un supercomputer «la vittoria del socialismo, anziché quella del capitalismo, nella rivoluzione che travolse lEuropa del 1848». Dopo lunga elaborazione, il computer ha prodotto questo teorema in forma di romanzo. Osserviamo i fatti: anzitutto la regina Vittoria non regna per più di mezzo secolo, bensì deve abdicare nel 1849 davanti alla rivolta dei cartisti (i socialisti inglesi). Ma che avviene dopo? Si stabilisce un regime socialista (ma senza abolire la monarchia, perché siamo pur sempre in Inghilterra). Di un socialismo relativamente mite e bucolico, preoccupato soprattutto di garantire il lavoro a tutti e di mantenere luguaglianza. Il risultato è un lento disastro. Soprattutto perché socialismo e tecnologia non vanno insieme. La tecnologia, che è la vera rivoluzione, scompagina continuamente i rapporti sociali e questo i bravi e un po tonti socialisti non riescono a sopportarlo. Si preparano così le basi per una rivoluzione che abbatta il sistema. Ma che accadrà se complice di questa rivoluzione diventa «lultimo re socialista»? Ce lo racconterà lui stesso, e non sarà facile dimenticare il personaggio di questo gentile, amabile sovrano, che avrebbe senzaltro preferito insegnare matematica in qualche oscura università, e si ritrova invece, spinto dalla forza delle cose, a guidare una controrivoluzione per rovesciare il proprio regime quindi per esautorare se stesso.
La vera storia dellultimo re socialista è apparso in Inghilterra nel 1990.
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Dettagli

1993
20 ottobre 1993
256 p.
9788845910029

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Antonio
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Voglio aggiungere, il libro anche se non ne capisco le ragioni ha riscosso meno successo dell’ultimo uomo scimma del palatocene, è molto superiore a quest’ultimo. Non solo è intelligente, ironico pungente, ma attraverso una storia penetrante e precisa, Lewis parla dell’uomo, della sua anima e forse è vero che il capitalismo non risolve i problemi dell’umanità, ma il pensiero dell’autore si mostra ovvio, il capitalismo seppur con i suoi difetti rimane l’unica strada percorribile, perché è l’essere umano che per natura torna sempre su questa strada. L’uomo è un intreccio di fili dominati da saggio egoismo.Pensiero banale ma verissimo. La malvagità dell’uomo fa parte della sua natura, e qui ritorna il tema dell’evoluzione, di quanto sia necessaria e umana . Tema affrontato già nell’ultimo uomo scimmia del paistocene, dove appunto ammazzando il padre ci cercava di sopprimere l’evoluzione della specie, oppure forse limitare questa evoluzione ad un cerchio ristretto di persone. Proprio come accade in questo libro con la nascita di una società che non devolve al popolo socialista i mezzi di lusso, con la convinzione o il pretesto che procurino a lungo andare un danno all’uomo. L’egoismo forse è un sentimento particolare che non solo domina la specie ma ne favorisce l’evoluzione. Tutto questo lo esprime attraverso un racconto semplice, ironico, curioso e scorrevole. Kundera ne avrebbe fatto una palla magistrale assumendo un tono da professore che invece lewis non assume. Davvero una sorpresa questo lewis, un tipo in gamba.

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.mau.
Recensioni: 4/5

Roy Lewis è abbastanza noto agli italiani per "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene", che ha avuto un certo successo una decina di anni fa. Questa volta si è cimentato in una ucronia, vale a dire "cosa sarebbe successo se...". Nel nostro caso, le rivoluzioni del 1848 non furono sconfitte dalla reazione, ma i socialisti britannici riuscirono a consolidare un mondo egualitario, sotto l'occhio di un'elite separata che continuava a sviluppare nuove invenzioni, tenendole però per sé in modo da non "turbare lo sviluppo". Ma anche in uesto mondo parallelo gli inglesi non possono fare a meno di un re, anzi di un Cittadino re: il libro racconta appunto la storia vista dagli occhi del re-imperatore Giorgio Akbar I, che avrebbe tanto preferito fare il matematico e non il finto regnante. La Storia però tende sempre a tornare sul suo tracciato, così troviamo ad esempio Churchill, e gli equivalenti di Roosevelt e John Kennedy. E Lewis sembra avercela sia con il socialismo che con il capitalismo, ciascuno dei quali non è capace a risolvere i problemi dell'umanità. Insomma, nonostante l'indubbia piacevolezza del libro rimane questa vena triste, se non addirittura qualunquista.

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