Il vento delle steppe

Piacevole e maturo. La sua depressione, più presente in alcuni tratti di questo libro, ma comunque mai assente dai precedenti, è senz'altro accentuata da condizioni meteo più difficili e dall'isolamento dovuto alla barriera linguistica, ma questo lo rende più attento nel descrivere ciò che vede e comunque non gli impedisce di fare incontri interessanti. Chiunque conosca la Cina in modo approfondito riesce a leggere fra le righe e a comprendere bene quello che descrive e quello che sente.

Bernard è stanco e questo viaggio non ha più senso. Non ha più senso nemmeno leggere le sue disavventure, tantopiù che ormai sembra di seguire un cane bastonato che deve per forza di cose finire la sua impresa a tutti i costi, ma nemmeno lui sa come e per quale motivo. Le ultime pagine del libro fanno ritrovare un pò la freschezza e la gioia di camminare di "La lunga marcia" (il primo volume), ma certo che i fasti della lettura di quel libro sono ben lontani. Peccato Bernard, se avessi continuato a camminare lentamente...