... E venne chiamata Due Cuori

In questo libro l'autrice, Marlo Morgan, porta a compimento il compito che le è stato affidato dai membri di un gruppo di aborigeni australiani, cioè diffondere un messaggio all'umanità. L'inizio del racconto è abbastanza divertente e ironico e suscita un sorriso nel lettore. L'autrice racconta, infatti, di come si sia ritrovata, incredula e in tailleur rosa, su una jeep che stava per condurla verso un'esperienza inimmaginabile per una scienziata perfettamente integrata nella società civilizzata. Poi, la narrazione diventa interessante, le atmosfere affascinanti, ma non per questo meno inquietanti, e la lettura delle abitudini aborigene trasmette un senso di stupore continuo. È sicuramente un libro che si legge volentieri, che trasmette un messaggio importante, valido ancora oggi, ma è un testo lontano dalla mia confort zone, intriso di troppa spiritualità per una persona razionale come me. E questo non mi ha sicuramente permesso di apprezzarlo del tutto.

Il mio libro preferito. Il mio essere, il mio vero essere è racchiuso nelle pagine di questo capolavoro. L'ho letto più volte soprattutto nei momenti della mia vita in cui ho avuto bisogno di ritrovarmi. E continuerò a farlo...

che sia un viaggio vissuto realmente dall'autrice oppure frutto della fantasia, resta comunque un libro da leggere per la sua voglia di trasmettere valori che oggigiorno stanno letteralmente scomparendo. lo consiglio a tutte quelle persone che amano libri non troppo impegnativi ma carichi di significato.