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mah.... ottimi i dialoghi, buono lo stile di governatori, in quanto alla trama mi riservo parecchi dubbi, un minestrone pieno d'ingredienti in cui, d'un certo punto già verso l'inizio, perdi il filo del discorso, e segui personaggi che spesso ti trovi a chiederti da dove sbuchino...
Una festa di compleanno, dove accadono sempre tutte quelle cose caotiche e ridicole che l'autore ci descrive, con una mamma che con un occhio si guarda allo specchio e con l'altro cerca di fare come meglio può la padrona di casa, e il suo sguardo non riesce a posarsi su nulla per più di un decimo di secondo, ci introduce nel bel mezzo di uno spaccato di vita analizzato nel suo lato comico e irriverente, sgombrato dal grigiore dell'ansia e dello stress che invece accompagnano le nostre azioni, al giorno d'oggi. Uno sguardo, quello dell'autore, già lo immaginiamo, che andrà a rovistare tra le spuntature ironiche e ridicole dei nostri gesti quotidiani. Ci sarà da divertirsi, ma guardando, negli altri, noi stessi. Si alternano varie scene gradevoli, di una umanità formicolante, e come su di un palcoscenico si animano una accanto all'altra situazioni differenti ma tutte che ispirano il divertimento, e osservate con lo stesso sguardo, in una presa generale nella quale il gioco è completato da una misteriosa voce che fa pervenire frasi spezzate, ma sempre uguali o simili, a cui in fin dei conti nessuno attribuisce più importanza alcuna, tradottasi in un fastidio a cui si deve o si è già fatta l'abitudine, da sopportare per amore del quieto vivere, in "semicatalessi nebbiosa riposante." La scrittura moderna e giovanile per ritmo e freschezza, con le sue brave subordinate, però, che rifiutano il congiuntivo, come oggi si usa, ci conduce come in una danza da una scenografia all'altra, e ci fa ogni tanto rincontrare gli stessi personaggi strizzandoci l'occhiolino, quasi a dire: "Ti sei mai accorto di queste cose che ti accadono sotto gli occhi? Tu ti stai a dannare con i tuoi rovesci psicologici, ma la vita è questa frenesia cannibalesca, che non riesce, né si cura di pensare a niente. A niente." C'è da spassarsela, insomma, se sai ben guardare, in mezzo alla confusione che siamo capaci di generare nella nostra vita. E questa confusione, che nasce in realtà da una forma di angoscia, ci conduce tutti quanti al ridicolo.
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