I vendicatori

Non passerà alla storia come il suo romanzo migliore, ma ti cattura fin dalle prime pagine, trascinandoti nella completa follia che irrompe, in una giornata come tante, nel quartiere dove è ambientata la storia. Storia che è raccontata dal punto di vista di tutti i protagonisti, cattivo incluso, le cui voci si alternano di paragrafo in paragrafo costruendo pian piano una storia per niente banale ed in pieno stile King. Risulta un po' più pesante quando divaga dalla trama principale, ma al netto delle digressioni scorre piacevolmente e tiene incollati fino all'ultima pagina.

L'idea di base, a mio parere, è geniale, tipico di King. Tuttavia, lo sviluppo della trama è confuso: pieno di personaggi, di cui spesso si fa fatica a ricordare nomi e parentele; un'azione confusionaria, che rende difficile capire cosa davvero stia succedendo. Ho apprezzato molto di più le digressioni (sia il diario, sia la lettera dell'impiegato della miniera) che la trama "principale".

"Non sei più solo agli sgoccioli, il tempo è scaduto, punto e basta! Scappa, Aud! Scappa! Corri! Scappa!". "I vendicatori" è, in un certo senso, una versione alternativa del precedente libro "Desperation"; e, non a caso, i due libri condividono anche gran parte dei personaggi. Tuttavia, questo è uno dei peggiori libri di Stephen King (anche se, in realtà, è firmato con il solito pseudonimo di Richard Bachman) ad aver mai letto. Un madornale caos dall'inizio alla fine, troppi sbalzi temporali e lungaggini varie e troppi personaggi che interagiscono contemporaneamente. Da dimenticare...!