La veglia a Benicarló

Azaña (autore del romanzo) è stato l’ultimo presidente della Repubblica Spagnola prima della presa di potere di F. Franco. Scritto a Barcellona nel maggio 1937 e pubblicato a Buenos Aires (agosto1939) un anno prima della sua morte a Montauban. E’ un dialogo polifonico a 11 voci. Una vettura (guidata dal dottor Lluch, a bordo un deputato, un capitano, un aviatore e un’attrice) giunta a Benicarlò, si ricongiunge agli altri attori presenti in questa pièce teatrale. I protagonisti passano l’intera notte a dibattere su problemi socio-politici, ma anche filosofici, morali, etici e religiosi. Quando la notte scivola verso uno scialbo grigiore e s’intravvedono i muri lividi delle case, dal cielo piombano dei caccia che inondano l’albergo e il villaggio di bombe. Tutto è distrutto (allusione forse alla distruzione della ragione). Bene ha fatto Minimum-Fax a ripescare e ripubblicare questo “introvabile”, che riporta all’attenzione del pubblico il disastro della Guerra Civile Spagnola (1936-1939) che ha reclamato un numero impressionante di morti e, purtroppo, portato al potere la dittatura di Franco (aiutato dalle truppe fasciste di Mussolini!). C’è però un problema di fondo: i dialoghi sono oltremodo noiosi e non descrivono neppur lontanamente i disastri della guerra in atto (che tra l’altro coinvolse l’Europa e il mondo intero con la costituzione delle Brigate Internazionali che contribuirono a contrastare la presa di potere dei fascisti). Se si vuole capire cosa successe va letto Homage to Catalonia di George Orwell, che combatté in prima linea sul fronte aragonese, armato di un German Mauser 1896 (rusty, with a split wooden barrel guard, corroded and past praying for). Fu ferito alla gola, ricoverato in ospedale a Barcellona dove, causa le povere condizioni igieniche, si ammalò di tubercolosi. C’è una vasta raccolta di testi che raccontano questa devastante guerra, (preludio alla Seconda Guerra Mondiale) senza dover ricorrere a questo tomo ben difficile da digerire.