Vado per il mio popolo

Ad una buona prefazione introduttiva segue una raccolta antologica di brevi scritti di Edith Stein, che può costituire una sorta di piccolo "assaggio" del pensiero di grande figura di donna, ebrea e cattolica, vittima della barbarie nazista. Pur nella brevità dei testi, emerge netta la grande profondità speculativa e la notevole lucidità anche nell'analisi del suo tempo, a partire dalla precocissima percezione della pericolosità del regime nazista.

L'autrice fu uccisa nelle camere a gas ad Auschwitz il 9 agosto 1942, a cinquantuno anni. Punto centrale di questo testo è la lettera che la Stein scrisse a Pio XI, il 12 aprile del 1933, poche settimane dopo che Hitler era salito al potere. E' una lettera profetica, che intravede la tragedia che sta per abbattersi sul popolo ebraico. Scrive la Stein: "Tutto ciò che sta succedendo quotidianamente [contro gli ebrei] proviene da un regime che si definisce 'Cristiano'. Da settimane non solo gli ebrei, ma anche migliaia di fedeli cattolici aspettano e sperano, in Germania, e, credo, in tutto il mondo, che la Chiesa alzi la voce per arrestare quest'abuso del nome di Cristo." La Chiesa non alzò, purtroppo, la voce. Pio XI morì il 10 febbraio del 1939, il giorno dopo avrebbe dovuto pronunciare un discorso contro il nazismo. Questo documento non è mai stato reso pubblico nella sua interezza. Invece, Papa Francesco alza la voce, eccome la alza, in difesa dei migranti, costretti ad abbandonare la loro terra per la guerra o per la fame e che nell'Occidente ricco trovano i porti chiusi o muri sempre più alti.