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Bisognerebbe sempre iniziare a conoscere un autore al suo esordio. Ben venga dunque questa lettura dell'opera prima di Dacia Maraini. Un romanzo scorrevole,avvinto attorno ad una trama convincente e molto unita, con una scrittura che scivola via veloce, asciutta e senza orpelli. Mi è sembrata un buon esercizio di penna e di memoria.I temi cari all'autrice ci sono tutti, sono trattati al tempo stesso con umiltà e con autorevolezza. A differenza di altri commenti su Anobii, non ho trovato grandi incertezze stilistiche che denuncino questo tentativo acerbo di scrittura romanzata.Piuttosto mi è parso che quest'opera prima sia affetta da una visione più chiusa della vita,da un riserbo che ne condiziona la forza narrativa,da una fiducia non ancora piena nella propria vocazione letteraria. Gli episodi sono incastonati nella fede veristica senza ambizioni di spiegarne l'accaduto. la voce narrante resta sullo sfondo come è giusto che sia, senza mai giudicare. Eppure si percepisce che ci perdiamo qualcosa. L'autrice non rischia, come invece è suo costume. E,proprio questo ci manca, o meglio mi manca. Quello sbirciare dal buco della serratura come nasce la forza creativa di Dacia, a quali fatiche la sottopongono e quali doni le portano i suoi personaggi. Non c'è dubbio, ho letto solo due opere di questa scrittrice e già mi sono affezionata. La sento vera e per me questo è molto importante.
un libro giovane ed inesperto
La "vacanza" del titolo non si riferisce al periodo estivo di riposo per Anna, ma al vuoto che caratterizza la sua vita: vuoto di affetti, di emozioni. Vacanza nel senso di mancanza, quindi. Più che discreto come romanzo d'esordio, scritto da una giovanissima Dacia Maraini.
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