Uscita di sicurezza

C’è un protagonista (Ricky Mendoza Jr., detto Ghost) e un deuteragonista (Rudy Reyes, detto Glasses) le cui imprese si giocano tutte nell’arco di tre giorni, da domenica 14 a martedì 16 settembre di quello sciagurato 2008 in cui il fallimento della Lehman Brothers per colpa dei criminali mutui subprime mandò in rovina decine di migliaia di famiglie che perderanno la casa a favore delle banche con cui avevano contratto tali mutui. I due si muovono su percorsi paralleli a distanza ravvicinata (descritti in brevi capitoli che si alternano quasi senza fine!). Alla fine però le due rette convergeranno in uno scontro finale in cui qualcuno dovrà soccombere. Ghost fa lo scassinatore di casseforti per conto della DEA (Drug Enforcement Administration) che, nelle case dei cartelli della droga in cui fa irruzione, vuole recuperare sia la droga sia il denaro sporco delle transazioni criminali. Ghost però ha una visione molto più ampia: sottrae parte del bottino trovato per la DEA per costituire un fondo di aiuto agli sfrattati, perché non perdano le loro abitazioni. E’ questa l’idea brillante e geniale che ammanta questo thriller/noir di un’aurea quasi mistica. Robin Hood alla riscossa? Dalla foresta di Sherwood agli slum di Los Angeles? Il ruolo di Glasses (così chiamato per via di un occhio massacrato da un poliziotto) è invece più sfumato e ambiguo: agente del cartello della droga messicana (i Ranchos di Nayarit, gli Xalisco Boys, trafficanti di eroina) e poi delatore a favore della DEA per l’operazione Tar Pit (tar è il nome di eroina messicana non raffinata di colore nerastro come il catrame; Tar Pit è anche il nome di un museo di LA ricco di crani di tigri dai denti a sciabola disseppelliti da pozze di catrame). Romanzo di gran respiro appesantito però dal fantasma di Rose (ex-fidanzata di Ghost, morta di tumore) che spunta in continuo quasi in ogni pagina e zavorra assai la narrazione. Era meglio il fantasma di Banquo in Macbeth. Il titolo riprende il romanzo di Silone!