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L'uomo verticale - Davide Longo - copertina
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uomo verticale

Descrizione


Leonardo, scrittore e professore universitario, dopo lo scandalo che ha distrutto la sua vita familiare e la sua carriera letteraria, si è ritirato nel piccolo paese natale dove conduce un'esistenza ritirata e solitaria. I tempi in cui era un padre felice, le sue lezioni affollate e le sue letture che riempivano i teatri, sono lontani: Leonardo da sette anni non scrive e non ha notizie della moglie e della figlia. Ma non è solo la sua vita ad aver subito un tracollo. Nel paese dilaga la barbarie. Rapine, sopraffazioni, omicidi, bande. L'esercito che tutti pensavano impegnato a bloccare l'invasione degli "esterni" è allo sbando. La gente ha paura e si arma: nascono ronde e corpi armati per difendere le frontiere, le città, le case. I telefoni smettono di funzionare, la televisione di fornire notizie, le banche di erogare denaro. L'ondata di violenza giunge anche fra le colline dove Leonardo ha cercato rifugio, costringendolo a fare i conti con il nuovo mondo e la sua spietatezza. Unica via di scampo sembra essere la fuga a occidente. Inizia così un viaggio pieno di insidie, avventure, drammi che porterà il protagonista a sperimentare sulla sua pelle l'evoluzione dell'odio, del coraggio e del male. Davide Longo, tra le voci più importanti della nuova narrativa, scrive un romanzo sul nostro paese senza mai nominarlo, un luogo dove l'odio comanda, unisce e divide gli uomini ridotti a distruggersi e umiliarsi per sopravvivere.
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Dettagli

2012
Tascabile
30 agosto 2012
478 p., Brossura
9788860442727

Valutazioni e recensioni

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alessandro garavaldi
Recensioni: 5/5

E se il domani descritto da Longo fosse gà qui? Per quanto mi riguarda farò fatica a togliermi di dosso questo romanzo; non semplice sintetizzare la girandola d'emozioni che l'uomo verticale (a proposito: quanti ne sono rimasti?) ha lasciato in me. Il dolore, prima di tutto. Ma c'è un'immagine che mi tormenta, anche in positivo: dove può arrivare l'amore di un padre per la propria figlia? alegar

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Luca
Recensioni: 1/5

Davide Longo è una pallida, triste imitazione di Beppe Fenoglio (nello stile) e di Cormac McCarthy (nell' intreccio), con qualche venatura hemingwayana nei temi (e giusto per darsi un tono). Il guaio è che Longo scambia l' aridità per sobrietà, e la povertà di linguaggio per asciuttezza stilistica. Il risultato è disastroso: trionfo della paratassi, i suoi libri sembrano dispacci usciti dritti dritti dall' epoca del telegrafo. "L' uomo verticale" ne è in un certo senso l' epitome, ed è ridicolo che si sia tirato in ballo "La strada" di McCarthy, con cui ha in comune solo lo sfondo apocalittico (per di più condito, nel caso di Longo, da banali tavolozze scenografiche e siparietti talmente di maniera da risultare offensivi per il lettore). La domanda è: che farsene di una versione malriuscita di Fenoglio, quando c'è Fenoglio (che pure non è il migliore tra gli scrittori italiani della sua generazione)? Con tutta evidenza, l' autore vive di riflesso la materia che tratta (l'ha presa solo dai libri, mai dalla vita): si parla di dolore, e si sente che sotto non ce n'è alcuno; si fa un' elegia dell' esperienza, e se ne desume che l' autore o non ne ha avute di autentiche, o non ne ha saputo articolare senso e significato - altrimenti non ne scriverebbe così male. Insomma, è letteratura di consumo che pretende di parlare delle "cose", di far parlare le "cose" attraverso le parole; solo che le cose non hanno conosciuto lo scrivente, e viceversa. Longo dovrebbe leggere e meditare quanto scrive Karl Kraus: "Ci sono due specie di scrittori. Quelli che lo sono, e quelli che non lo sono. Nei primi forma e contenuto stanno insieme come anima e corpo, negli altri forma e contenuto vanno insieme come corpo e vestito". Sembra scritto apposta per lui. La storia - forse addirittura la cronaca - inghiottirà presto tutti questi narratori di terz' ordine, loro e tutte le velleità artistiche che si trascinano dietro, come i cicisbei le nobildonne.

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Garibotti Rossano
Recensioni: 5/5

Un romanzo bellissimo, praticamente eccellente, che meriterebbe di essere conosciuto infinitamente di più. Non bastano alcune - poche - eccessive lunghezze e alcune metafore non riuscitissime per compromettere un libro apocalittico di enorme qualità che si fa seguire dall'inizio alla fine. La mente corre - come filone - al celebre, eccellente 'La strada' di Mc Carthy: ebbene, nel ricordo, è talmente bello il libro di Davide Longo che arrivo sistematicamente a confonderli.

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Conosci l'autore

Davide Longo

1971, Carmagnola

Davide Longo è uno scrittore italiano nato a Carmagnola, che vive a Torino dove insegna scrittura presso la Scuola Holden. Tiene corsi di formazione per gli insegnanti su come utilizzare le tecniche narrative nelle scuole di ogni grado. Tra i suoi romanzi ricordiamo, Un mattino a Irgalem (Marcos y Marcos, 2001), Il mangiatore di pietre (Marcos y Marcos 2004), L’uomo verticale (Fandango, 2010), Maestro Utrecht (NN 2016), Ballata di un amore italiano (Feltrinelli 2011). Nel 2014 ha scritto il primo romanzo della serie che ha come protagonisti Arcadipane-Bramard Il caso Bramard (Feltrinelli 2014, Einaudi 2021), cui è seguito il secondo Le bestie giovani (Feltrinelli 2018, Einaudi 2021), il terzo episodio della serie Una rabbia semplice (Einaudi 2021), il quarto La vita...

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