Un uomo finito

"Un uomo finito" di Papini è la storia di un'anima: sincera, crudele, tesa, sanguinosa e dolente. Nessuna sicurezza rimane in piedi, nessuna verità sublime salva dall'abisso. Tutte le teorie e le metafisiche non hanno retto al vaglio della vita onesta e torbida di Papini. La storia di quest'anima afflitta e finita ci mostra così un itinerario che dalla vacuità del nichilismo arriva ad uno spiraglio tenero e inutile: l'attaccamento alla terra, la tradizione, i padri. L'uomo di genio, che si proclama imbecille e ignorante, perché del cerebralismo che gli ha dato parvenza di sapienza, non rimane niente che possa salvare il proprio sterminato desiderio di grandezza, mentre rifiuta e disdegna tutto, si lega con sempre più forza alla vita. Tutti, veramente tutti, nessuno escluso, si ritroveranno in queste pagine di una bellezza soffocante. Tutti si sentiranno, leggendo questa confessione, commossi e uniti dal grido che mendica, una piccola, una seppur piccola verità.

Libro stupendo.

Il resoconto della propria gioventù, fatto nel corso di essa. Chi immagina di trovare la classica autobiografia rimarrà visibilmente deluso. Papini, con il suo stile unico e provocatorio, racconta l'evoluzione del suo cammino intellettuale, dai primi tentativi adolescenziali, volti al raggiungimento della gloria eterna, al primo giornale in età quasi adulta. Un insieme di aneddoti molto interessanti, scritti in modo irriverente, seguiti da progetti per il futuro ed un manifesto ai suoi contemporanei, scritto da un intellettuale che l'Italia ha per troppo ingiustamente dimenticato.