L' uomo che voleva nascere donna. Diario femminista a proposito della guerra

Riflessioni preziose e rare nella loro profondità e nella loro immediatezza sulla guerra e sul pacifismo, sul contrasto alla militarizzazione e sulla necessità di resistere, sul dialogo intergenerazionale, sul disarmo, sull'oppressione femminile indissolubilmente legata alla colonizzazione, sulla forza delle esperienze di rivolta all'oppressore, sui movimenti popolari e sul decolonialismo in prospettiva internazionalista.

"L'uomo che voleva nascere donna" è un “diario femminista proposto dalla guerra”. Questo annuncia il titolo e il contenuto e un argomentare di guerre e conflitti cui non ci si può sottrarre "perché giuste". La domanda che pone la narrazione è:” possibile liberarsi dalla guerra da una prospettiva femminile e femminista?" L'autrice che prende il titolo da quanto implorato da un soldato della Prima Guerra Mondiale, è una riflessione sul ruolo delle donne anche nell'ambito di conflitti, spesso una scelta non di ripiego (soprattutto nel caso della lotta antifascista), ma consapevole dei rischi e delle prospettive future. Il libro scritto mentre intorno avveniva il rapimento Moro è quindi una riflessione sulla guerra, sulle guerre e sulle azioni violente che ci circondano e indaga in una decina di capitoli le tante diverse sfaccettature del tema arrivando fino ai giorni di oggi, passando per il '68, la rivoluzione femministe, l'opposizione a un certo tipo di femminismo. Un libro adatto ad una proficua discussione.