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Gli uomini nuovi (rist. anast. Parigi, 1800) - Giuseppe Compagnoni - copertina
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Gli uomini nuovi (rist. anast. Parigi, 1800) - Giuseppe Compagnoni - copertina

Descrizione


Les hommes noveaux, il saggio che Giuseppe Compagnoni (1754-1833) scrisse e pubblico’ sotto il nome dell’amico Vincenzo Dandolo a Parigi nel luglio dell’anno 1800 e che viene qui proposto in edizione anastatica, con traduzione italiana di Ugo Zoli, chiude simbolicamente il secolo della rivoluzione sintetizzando e rimarcando con grande forza la polemica sulle iniquita’ dell’antico regime e le nuove idee di giustizia, di liberta’ e di democrazia. E’ un appassionato atto di fede nella modernita’, che vuole essere brama conoscitiva, partecipazione politica, lucido esercizio dei diritti e dei doveri, nel seno di una societa’ composta di cittadini liberi e uguali. Il lughese, che tre anni prima aveva proposto a Reggio Emilia l’adozione del tricolore come bandiera della Repubblica Cisalpina, sa di vivere in tempi travolgenti e irripetibili e, reso entusiasta dal movimento e dalla “fermentazione” in atto, si lancia in una “lusinghiera utopia” (così, malinconicamente, scrivera’ venticinque anni dopo) che testimonia le diffuse aspettative palingenetiche scaturite dal grande evento del 1789.

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Dettagli

2004
1 gennaio 2004
477 p., Brossura
9788849122374

Voce della critica

Giuseppe Compagnoni (1754-1833) è figura singolare e al tempo stesso rappresentativa del panorama politico e culturale dell'Italia a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo. Uomo politico, giornalista, amministratore, pubblicista e poligrafo nei decenni della Restaurazione, Compagnoni appartiene a quel ceto intellettuale che visse l'avventura napoleonica in continuità con la Rivoluzione, considerandola comunque un importante strumento di progresso. Dal punto di vista delle idee politiche risultano interessanti gli scritti di fine secolo. Nel 1797 pubblica gli Elementi di diritto costituzionale democratico, e perciò può essere definito a giusta ragione il primo costituzionalista italiano. In quest'opera, mostrando di aver meditato su Montesquieu non meno che su Rousseau, fa l'elogio delle democrazie rappresentative, stigmatizzando come oclocrazie quelle dirette. Esule in Francia fra il 1799 e il 1800, vi stampa, sotto il nome dell'amico Vincenzo Dandolo, un altro trattato politico, Les hommes nouveaux. In quest'opera, più che sui principi, si sofferma sugli effetti che le istituzioni democratiche avranno sulla società. L'eguaglianza davanti alla legge, il libero accesso alle carriere, l'influenza dell'opinione sull'operato dei governi provocheranno un elevamento della vita civile. Questi libri non ebbero un'influenza immediata, ma testimoniano come, ancora alla fine del decennio rivoluzionario, al centro delle preoccupazioni degli scrittori politici stesse il problema della regolazione dei poteri e delle sue ricadute sull'organizzazione sociale. Se gli Elementi avevano conosciuto alcune riedizioni in anni non lontani (1972 e 1987), mancava fino ad ora una ristampa degli Uomini nuovi. Oltre al testo ritradotto dal francese, viene riprodotta anastaticamente anche l'edizione originale.

Maurizio Griffo

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Conosci l'autore

(Lugo, Ravenna, 1754 - Milano 1833) letterato e uomo politico italiano. Di educazione illuministica, venne ordinato sacerdote ma presto abbandonò l’abito talare; nel 1797 fu deputato al congresso di Reggio, riunitosi per procedere alla costituzione della Repubblica Cispadana, e convinse quell’assemblea ad adottare quale bandiera del nuovo stato il tricolore bianco rosso e verde. Scrisse Le veglie del Tasso (1800), tradotte anche in tedesco, russo, polacco, e fatte passare come opera originale del poeta innamorato di Eleonora d’Este. Lasciò anche numerose opere storiche e interessanti Memorie autobiografiche (postume, 1927).

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