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L' ultimo amore di Baba Dunja
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L' ultimo amore di Baba Dunja - Alina Bronsky - copertina
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ultimo amore di Baba Dunja

Descrizione


Baba Dunja è tornata a casa. Le radiazioni nucleari non le hanno impedito di rimettere piede per prima nel paese natio (a due passi da Chernobyl). Qui, insieme a poche anime che si sono via via aggiunte, si tenta di ricominciare a vivere. Perché la vita è ancora bella, nonostante l'età e nonostante intorno ci siano frutti di bosco dalle forme strane, uccelli particolarmente chiassosi, ragni che tessono instancabili le loro tele e persino lo spirito di qualche morto che si affaccia in strada per una chiacchierata. Le giornate scorrono per il malato Petrov che legge poesie d'amore sulla sua amaca, per la corpulenta Marja che non sa dire addio al proprio gallo Konstantin, per Baba Dunja che scrive lettere alla figlia Irina, chirurgo in Germania, fino a quando uno straniero arriva in paese con la sua bambina e il tran tran della piccola comunità viene sconvolto.
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Dettagli

Vie
2016
27 giugno 2016
176 p., Brossura
9788889767955

Valutazioni e recensioni

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La Keller editore é sempre molto riconoscibile con le sue storie originali e così ricche di umanità da far affiorare sempre il lato positivo o, appunto, umano. Qui la vicenda è originale come la protagonista alla quale ci si affeziona subito: Baba Dunja, donna tenace, concreta, anticonformista pur nella sua semplicità. Baba ci porta nella zona contaminata dopo il disastro di Chernobyl. A distanza di tempo, e contro il parere della figlia, Baba Dunja vuole tornare nella propria terra a dispetto dei rischi. Non é la sola, dal momento che in tanti hanno fatto la stessa scelta ricreando una piccola e insolita comunità decisa a riportare la vita, la poesia e la bellezza della “normalità”, in luogo - il proprio luogo, la propria casa - segnato dalla sciagura. Si creano così dinamiche che ricostruiscono una quotidianità fuori dai ritmi e dai riferimenti che conosciamo, fatta di episodi divertenti, teneri, a tratti un po’ surreali. Anche se è un fatto che, nel tempo, molti siano tornati a vivere nelle zone contaminate, la storia di Baba Dunja non vuole promuovere questa scelta. È un romanzo che celebra la vita; la visione propositiva della vita, e la libertà di trarre il meglio dalla propria senza rassegnarsi a modelli imposti e al tempo che passa. E ci riesce.

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Bruna G.
Recensioni: 5/5
Lo rileggerò

Un'anziana donna torna a vivere a Cernovo, Chernobyl, nonostante le radiazioni. I suoi vicini, con cui va d'accordo, sono persone strambe, o sconfitte dalla vita. La vita scorre comunque serena, un po' strana e pacifica, finché non si verifica un omicidio. Non è un giallo. Non è un libro triste, anzi riesce a strappare molti sorrisi durante la lettura,nonostante l'ambientazione; è oscuramente allegro. La protagonista non si dimentica, né i suoi pensieri o i suoi affetti. Alla fine, siamo sicuri che sia meglio vivere in una grande città? Lo scoprirete. L'ho letto, l'ho regalato, lo ricomprerò per rileggerlo. Se vi sentire tristi, o giù di corda, fatevi un regalo e leggetelo. Starete meglio, dopo.

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ALbi
Recensioni: 5/5

Baba Dunja è un personaggio di cui ci si innamora e questa storia è un frammento della sua vita, una vita legata alla campagna, alla natura. E' anche un frammento di realtà da Chernobyl e di come si vive in situazioni post-apocalittiche. Anche in un posto pieno di radiazioni e dimenticato da tutti ci sono delle persone e ci sono storie di vita vissuta da raccontare. Donne e Uomini che scelgono di vivere una vita diversa lontano da tutti e che vivono una vita diversa da tutti, in condizioni estreme come astronauti su un pianeta remoto, visti dagli abitanti della terra come alieni pazzi. Davvero un bel libro e una bella edizione! Abbastanza leggero, volendo può anche essere una lettura da spiaggia intelligente. Si imparano tra le varie cose tanti trucchi di giardinaggio e coltivazione. - "La fermata dell'autobus si chiama Antica Fabbrica Lepre d'Oro ed è il capolinea della linea 147, che porta a Malysi. La fabbrica è a circa cento metri dalla pensilina. E' un edificio di mattoni abbandonato, con torri svettanti. I vetri delle finestre sono infranti. Dando un'occhiata dentro, si vedono macchinari arrugginiti immersi in un sonno eterno."

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