Le ultime lettere di Jacopo Ortis. Ediz. integrale

Si dice spesso che sia un plagio del giovane Werther, ma qui la riflessione politica è decisamente preponderante, l'unico collegamento resta la storia d'amore infelice e poi l'esito finale. Di una sensibilità preromantica a volte stancante resta un'ottima testimonianza della disillusione di una generazione verso il mito napoleonico.

classico senza tempo

Al liceo avevo un bravissimo professore di Italiano, il mio preferito, e si vedeva come fosse davvero portato per l'insegnamento. In una delle sue lezioni, mi pare all'ultimo anno, ci lesse in classe, in maniera integrale, i Sepolcri di Foscolo, e forse da quella ridondante pesantezza mi porto appresso il mio non apprezzamento nei confronti di Foscolo. Questo suo stile, che si ritrova anche nelle lettere di Jacopo Ortis, è pieno di divagazioni, non lineare, estremamente difficoltoso da seguire , un coacervo di riferimenti culturali che sono come infilati a forza all'interno della narrazione quasi come fosse solamente una operazione di vanteria. Un'opera alla quale vengono fatti alcuni rimandi è assai migliore di questa, i dolori del giovane Werther, della quale ho già parlato, nella quale Goethe adotta invece uno stile pieno ma non ridondante, con una narrazione estremamente lineare e che va dritta al punto. Consiglio di leggere decisamente questa ultima opera.