Ultime lettere di Jacopo Ortis

Era da quando andavo a scuola che mi ero ripromessa di leggerlo. Ora che l'ho finalmente comprato e letto posso dire che questo è uno di quei libri che mi rimarrà nel cuore per sempre. Sicuramente cio' che più colpisce subito è l'ardore con cui l'Ortis parla della sua patria e dell'amore verso Teresa. Sono i due elementi fondamentali nella sua vita, gli stessi che lo porteranno a una delusione così pesante da decidere di porre fine a questa devastazione dell'animo con il suicidio. Ma si comprende benissimo come abbia fatto Ugo Foscolo ad usare parole così piene di passione: la sua stessa esperienza. Sono lettere che tra le righe raccontano la sua stessa vita, descrive se stesso. Tutto cio' che Foscolo scrive se da una parte è finzione perchè il suo è un romanzo, dall'altra è realtà. Ci sono davvero tante cose in comune tra le lettere dell'Ortis e quelle che lo stesso Foscolo ha scritto nella sua vita. Lo stesso amore, lo stesso dolore, la stessa disperazione.

Sicuramente un capolavoro dell'800, una fotografia struggente della situazione politica italiana vissuta da un giovane con un grande sogno, la realizzazione di una patria comune. Jacopo vive il continuo esilio, la disperazione nel realizzare che il suo sogno non potrà mai realizzarsi. Un dolore mitigato dall'amore per una fanciulla, Teresa, già promessa al figlio di una ricca famiglia. Amore irrealizzabile, per quanto contraccambiato, per la necessità della famiglia di lei di risollevarsi finanziariamente. L'adorazione per questa ragazza porterà ulteriore dolore nel cuore del protagonista, che lo porterà ad una triste fine. La raccolta epistolare, fedelmente riportata dall'amico fidato Lorenzo, porta il lettore nel cuore di un'anima disillusa e rassegnata, dal profilo nobile e poetico. Uno dei libri che non possono mancare nella propria biblioteca.