L' ultima raffica

Un libro davvero stupendo e commovente. Ho 15 anni e, purtroppo, vedo sempre i miei coetanei lasciarsi andare alla tentazione degli oggetti materiali, del sesso sregolato, del fumo, della droga e dell'alcol. Questo romanzo, scritto dall'intramontabile camerata Antonio Guerin, lo consiglio a quei pochi ragazzi che, come me, sono disposti ancora a credere in ideali ormai quasi perduti, come l'amor di patria o al sacrificio per un bene superiore.

Bellissimo e commovente, davvero una bella sorpresa

Il romanzo di Antonio Guerin, che decise di combattere indossando la camicia nera, è il racconto di un gruppo di giovanissimi fascisti che si rifiutarono di arrendersi all’indomani della vergogna dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e si arruolarono volontari nelle Brigate Nere. Così come altri loro camerati che militarono nelle altre Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana. In un casolare del Nord Italia si riunisce una squadra di ragazzi di età compresa tra i quattordici e i diciannove anni. Provengono dalle più disparate zone della penisola: un istriano, un napoletano e persino un “tripolino”. Quello che li unisce, oltre al giuramento comune di fedeltà al Duce e al fascismo repubblicano, è anche la voglia di sperimentare l’avventura e i pericoli che la guerra civile comporta. La loro sarà una resistenza all’ultima raffica, fino al supremo ed eroico sacrificio della vita pur di mantenere fede alla parola data all’Alleato germanico e per l’onore d’Italia. Il romanzo è di veloce e agile lettura senza eccedere nell’approfondimento dei caratteri dei personaggi. I dialoghi e l’azione costituiscono il nerbo della narrazione e anche le stesse descrizioni degli ambienti non sono troppo dettagliate. Ma questo probabilmente non era l’interesse principale dell’Autore ed editore che continuò la sua battaglia ideale nel MSI. Quello che Guerin, amico personale di Lèon Degrelle, vuol rendere attraverso le vicende dei suoi ragazzi è un messaggio che può apparire anacronistico ai giovani moderni lobotomizzati dalla TV, dai videogiochi e dai cellulari di ultima generazione; è l’idea che ci si può sacrificare fino all’ultimo alito di vita per la grandezza, l’unità, l’indipendenza e la libertà della Patria e ciò non ha prezzo. La guerra del sangue contro l’oro, dello spirito sulla materia è la cifra che spinse centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze ad arruolarsi e in molti casi a trovare la morte, in azione o davanti a un plotone di esecuzione gridando: «Viva l’Italia!».