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Ambientato in America al tempo delle divisioni tra abolizionisti e schiavisti,il romanzo narra la storia della fuga delle Sorelle Honor e Grace in America. Rimasta sola quasi all'inizio del romanzo, Honor si ritrova in un mondo a lei sconosciuto, molto diverso dall'Inghilterra dalla quale proviene. Interessante la tradizione delle meravigliose trapunte create con pezzi di stoffa provenienti da diverse persone a ognuno delle quali è legato un ricordo. E' un romanzo coinvolgente, che come gli altri della Chevalier incanta e intrattiene con dolcezza e maestria. Si ha quasi l'impressione di essere catapultati in un'altra epoca. Il libro veicola un tema importante: la ricerca della libertà. Consigliato!
I libri di Tracy Chevalier li ho letti quasi tutti, ed ho sempre ammirato questa scrittrice per la grande capacità di far vivere al lettore delle emozioni, immergersi nel romanzo. Questa volta la magia si è rotta, mi aspettavo che passate le prime pagine di ambientamento sarei stata catturata dalla narrazione e invece così non è stato. Non decolla mai, rimane piatto, niente colpi di scena se non proprio uno nell'ultima pagina, ma non basta. Lo ammetto, l'ho finito solo perchè era per la Readers Challenge, altrimenti l'avrei abbandonato ben prima della metà senza remore.
Come di consueto i romanzi di Tracy Chevalier hanno una ben precisa connotazione storica: "L'ultima fuggitiva" è ambientato nella seconda metà dell'800 e narra la storia di due sorelle quacchere che si imbarcano per l'America lasciandosi per sempre alle spalle la loro piccola comunità inglese. Una di loro va incontro ad un triste destino, la più piccola si ritrova sola in un paese straniero e con pochissime risorse al suo attivo per sopravvivere. Di nuovo l'autrice riesce ad immergere il lettore in un mondo di colori: ne "La ragazza con l'orecchino di perla" indugia sulla creazione delle brillanti tinte per la pittura, in questo romanzo sugli intrecci dei fili di una cucitrice di trapunte, sui fruscii delle stoffe, sui disegni evocativi che prendono vita sotto le dita di Honor e sul loro significato simbolico. Quello che a mio avviso la Chevalier sa fare meglio è proprio creare un alone di magia intorno alle sue protagoniste, esaltando la loro arte di creatrici di sogni.
Recensioni
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«È questo che fanno gli americani. Forse sto diventando una di loro, finalmente. Sto imparando che c’è differenza tra fuggire e correre verso il futuro.»
Porto di Bristol. Inghilterra, 1850.
Il grande veliero Adventurer salpa per l’America, carico di sogni e speranze di chi sa che molto probabilmente non rivedrà più la propria terra. A bordo, tra questi, ci sono le sorelle Bright di Bridport. Grace, sta lasciando l'Inghilterra per andare in sposa ad un uomo più vecchio che l'attende nello stato dell'Ohio; Honor, invece, fugge da un amore perduto, portando con sé un’immensa voglia di ricominciare.
È così che inizia la storia de L’ultima fuggitiva, un racconto lineare dai risvolti per nulla scontati e prevedibili, che intreccia le vicende personali di una giovane donna di metà Ottocento con le vicende storiche che segnarono profondamente quell’epoca.
La ricostruzione storica, precisa e dettagliata, mostra un profondo studio dei luoghi e degli usi e costumi dell’epoca: nulla è lasciato al caso.
Anche in questo romanzo, come nel precedente libro dell’autrice - La ragazza con l’orecchino di perla -, assistiamo alla crescita personale della protagonista ed è impossibile non affezionarsi a Honor, ragazza dal carattere all’apparenza docile e remissivo, ma che col tempo trova la forza di opporsi alle ingiustizie di cui è testimone.
Nel suo viaggio, dal carattere fisico e spirituale, la vediamo abbandonare i rigidi schemi inglesi ai quali era abituata per mettere finalmente in gioco sé stessa con coraggio e riuscire nella disperata ricerca di un posto da chiamare finalmente casa.
Da leggere, per la semplice capacità con cui l’autrice riesce a donare il soffio della vita al romanzo storico.
di Matilde Becatti
Si ringrazia il Master Booktelling
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