Tutte le vite di K.

K. non ha una storia. Non ha passato. Non ha un'identità, e nemmeno un nome. È una donna per lo più silenziosa, fragile e persa. . Parto da lei, la sua protagonista, per presentare "Tutte le vite di K. " di @morelli601, edito da @homoscrivens. Un romanzo che mi ha sorpreso in più di un'occasione, per i suoi cambi di registro e di tematiche. Un gioco strano di intreccio e rivelazioni, che dà frutto a un romanzo ibrido - thriller? giallo? clinico? - e particolare. . Prima metà del secolo scorso. L'aria artefatta e color seppia dell'America degli anni '30 passa attraverso i cappelli di sghimbescio, le sigarette aspirate con bramosia, il vapore dei treni cigolanti e vecchi. Una donna confusa - tacciata di malattia mentale - racconta sue esistenze passate.Afferma ora di essere nata nel 1600, ora di essere una prostituta alla corte dei Borgia, ora di avere una tenuta in Sudamerica. Storie di donne tradite, vilipese e maltrattate. Un caso - impossibile - di reincarnazione? Una atipica forma di personalità multipla - novella Billy Mulligan? . Il romanzo ondeggia per tutta la sua prima metà tra il caso clinico e una suggestiva atmosfera fantasy, senza rivelare fino in fondo dove si stia effettivamente dirigendo. I racconti di K. fanno luce su violenze, menzogne, sanità e malattia. Viene messo in mezzo Dio - ora invocato, ora rinnegato. La mente umana viene sondata in tutte le sue fragilità e debolezze. . E poi, improvvisamente, cambio di registro. K. ci dimostra di non essere un semplice caso clinico. Il romanzo si tinge di giallo, e di mistero. Lo spettro di un maltrattamento verbale e mentale comincia a farsi spazio tra le pagine del libro. Una tortura subdola, invisibile ai più, scarsamente (colpevolmente) considerata. I racconti di K. assumono un significato nuovo: diventano pezzi di un indovinello macabro e di urgente risoluzione. Una caccia all'uomo frenetica, per salvare K. da sé stessa, e dalle sue paure.