Tutte bugie

Pampa del Mar è un paesino sulla costa arroventato dal sole, spazzato dal vento e dimenticato da Dio, un luogo immaginario che riporta subito alla memoria l'infuocata Comala di Juan Rulfo o l'inquietante General Villegas di Manuel Puig. A Pampa del Mar non è nato nessuno, tutti ci sono capitati per caso e per qualche oscuro motivo non riescono ad andarsene. Qui approda il malinconico Zabala, che fugge da Buenos Aires perché un misterioso dolore lo opprime fino a farlo scoppiare. Incontra subito Alcides, bonaccione e mastodontico ex lottatore di catch che lo salva da un'aggressione e gli offre un lavoro come barista nel suo albergo scalcinato, e Nieves, lolita tredicenne, seduttiva e manipolatrice. Zabala ammazza il tempo preparando cocktail, passeggiando sulla spiaggia e sistemando la sua catapecchia, fino a quando Nieves lo convince a partire con lei per un rocambolesco viaggio alla ricerca di sua madre che culmina, dopo varie peripezie e curiosi incontri, con l'irruzione di certi teppisti-poliziotti nella stanza d'albergo dove alloggiano i due. E così, mentre imperversa un tremendo nubifragio, Zabala finisce in gattabuia con l'accusa di sequestro di minore e pedofilia. Lo scandalo, che invece di culminare in una tragedia per il povero protagonista finisce per diventare una sensazionale notizia di cronaca, coinvolge il padre della ragazzina, un pezzo grosso locale che si arricchisce grazie a certi traffici misteriosi, e fa venire a galla un piano basato sul progetto di trasformare Pampa del Mar in una ridente cittadina turistica, piano cui prendono parte anche il sindaco corrotto e Manetti, un ex avvocato allettato dalla promessa di certi terreni davanti al mare.
I personaggi di questo romanzo, che si delineano a partire da una pluralità di voci narrando la propria identità immaginaria o lasciando che siano gli altri a inventarne una per loro, formano una variopinta galleria, ma in comune hanno il vuoto lasciato in loro da una donna e la smania di liberarsi di un passato del quale è necessario cancellare ogni traccia: Zabala, quarantenne frustrato, cinofilo e timoroso di qualunque cambiamento; Alcides, pachidermico albergatore ossessionato dal ricordo della sorellina scomparsa quando era bambino; Nieves, ragazzina bugiarda che s'inventa una madre; Alexis, bizzarro omosessuale venezuelano amante di un prete ed ex guru delle telenovelas; BumBum Hernández, allegro omaccione che si libera della moglie scaricandola in un aeroporto. La voce dell'autore è quasi completamente assente: i personaggi si raccontano da soli o costruiscono e narrano le storie altrui. Le vicende che si svolgono nell'emblematico paesino costiero saltano da una bocca all'altra, rimbalzano e non giungono mai come esperienza diretta bensì, tramite un resoconto di parole altrui. Fino al didascalico epilogo, dove si spiega la natura dell'insondabile dolore che opprimeva il protagonista.
Juan Forn, nato a Buenos Aires nel 1959, esordisce nel 1987 con il romanzo Corazones cautivos más arriba, cui seguono la raccolta di racconti Nadar de noche (1991) e i romanzi Frivolidad (1995) e questo Todas mentiras (2001). Nel 2002 si trasferisce a Villa Gesell, un paesino sull'Atlantico dove continua la sua attività di scrittore, giornalista e traduttore. Nel 2005 appare l'antologia di saggi La tierra elegida e nel 2007 il suo ultimo romanzo, María Domecq. Quella di Forn è una voce limpida e forte che conferma la piena salute della narrativa argentina contemporanea. Tiziana Gibilisco