Turms l'etrusco

Superlativo romanzo storico. L'autore s'immerge nel mondo antico entrando nei dettagli di un parlato che sembra, più che mai, adattarsi all'epoca della narrazione. Libro affascinante, sensuale, misterioso, intrigante, avvincente. Il protagonista, ignaro delle sue reali origini, si avventura alla picaresca ricerca di un destino da cui mai cessa di sentirsi "chiamare"; quello che è ancora lo stesso, oggigiorno, per ciascuno di noi. Scoprendo poi, alla fine, d'essere figlio di un grande re etrusco (l'epico Porsenna). Onnipresente la percezione del divino che si frappone e lega con l'essere umano, l'autore è bravissimo nell'ideare un viaggio che, per quanto romanzato, accompagni il lettore nel contesto storico dell'antichità classica intraprendendolo, con rigore, lungo tutta l'area del Mediterraneo. Un capolavoro, senza mezzi termini, di questo sempre affascinante genere letterario. C. Matar

Opera più matura rispetto al più noto Sinuhe l'egiziano, sebbene la narrazione non risulti efficace come nel primo.Almeno, fino alla riscoperta del suolo natìo e delle sue origini,laddove il pensiero di Waltari,oltre ai precisi riferimenti storici, si rivela in tutta la sua profondità.

Dopo la lettura del capolavoro "Sinuhe l'egiziano" ho voluto proseguire con la lettura di questo romanzo. L'autore continua ad utilizzare un linguaggio perfetto per la narrazione in prima persona del nuovo personaggio, Turms, che viaggiando nel Mediterraneo proveniendo da Oriente conosce molte popolazioni e vive diverse avventure, al confine tra il mistico e il reale, per poi approdare a Roma e in Etruria, la sua vera "patria". Un buon romanzo, ma Sinuhe resta una vetta sublime che non può essere nè superata nè avvicinata.