Turbine

Amore, odio, vendetta, ambizione, violenza, viltà, progresso, capitalismo, cambiamenti, frustrazioni, scontri generazionali, risentimenti… e molto altro, in una trama intricata dalle atmosfere cupe in cui non si salva nessuno. Bello, davvero bello, a “tanto così” dal capolavoro.

Questo libro è una bellissima sorpresa, una ventata di originalità che si avverte subito nella difficoltà di classificare il romanzo: è un thriller, sì, ma anche un’analisi sociologica, un esame sulle ferite della riunificazione tedesca e sulle diverse Weltanschauung dei cittadini delle ex BRD e DDR che decenni di innaturale separazione hanno strutturato in maniera differente, c’è un substrato di ricerca antropologica che accenna agli archetipi remotissimi dei comportamenti umani più basici, non manca qualche frecciata destinata a quegli autori che pretendono di insegnare a vivere con slogan da quattro soldi in best seller di carta riciclata reperibili anche nelle edicole di stazioni e aeroporti, e ci troverete spunti interessanti sui rapporti di coppia e gli scontri generazionali. È insomma un libro che vi “sazierà” e porterà a riflessioni anche più profonde, a intuire, parafrasando Quasimodo, che l’uomo del nostro tempo è ancora quello della pietra e della fionda, assioma più percepibile nelle piccole realtà che nei dispersivi centri urbani dove i grandi numeri in parte diluiscono, celano o mascherano i nostri impulsi primitivi.

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