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Turbare il futuro. Un nuovo inizio per la civiltà planetaria
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1 marzo 1992
280 p.
9788871860022

Voce della critica


recensione di Iacono, A.M., L'Indice 1990, n.10

Questo libro è stato scritto sull'onda degli avvenimenti del 1989, di quella che viene definita la rivoluzione antitotalitaria nei paesi del fu socialismo reale. Secondo gli autori, di fronte alla perdita di un 'idea di futuro prevedibile e garantito, si aprono possibilità di costruire un'altra idea di futuro, fuori dall'ossessione che ha caratterizzato la cultura occidentale moderna fino a oggi e che si basa sugli obiettivi del controllo, del dominio, della omogeneizzazione, della semplificazione sia nei confronti delle reazioni fra gli uomini, sia nei confronti del rapporto con la natura. Bocchi, Ceruti e Morin mettono al vaglio degli eventi storico-politici i temi epistemologi della complessità, anche in vista delle prospettive europee e planetarie: superamento dell'idea di stato nazionale, nascita di un'Europa unita politicamente e non solo economicamente, sviluppo delle idee di libertà e di solidarietà, ruolo che l'Europa, all'indomani del crollo del muro di Berlino, può giocare anche in campo mondiale entro le tradizionali divaricazioni tra Est e Ovest, tra Nord e Sud.
Il libro ha il merito di offrire un'interpretazione degli eventi storico-politici alla luce della nozione di complessità e dei mutamenti epistemologici che essa comporta. Non bisogna commettere l'errore metodologico di legare meccanicamente l'epistemologia della complessità con le opzioni politiche che ciascuno può derivarne. È infatti dall'interno dell'epistemologia della complessità che si possono sollevare alcune obiezioni di carattere storico-politico alle tesi di "Turbare il futuro". D 'altra parte, quando si scrive e si discute di eventi storico-politici, il recensore di un libro ha il vantaggio di intervenire dopo qualche tempo, e magari entro tale intervallo accadono cose nel mondo che contribuiscono a far riflettere ulteriormente sia sul modo in cui è possibile turbare il futuro, sia sul modo in cui il futuro viene turbato. Se questo libro è uscito all'indomani della caduta del muro di Berlino, oggi noi ci troviamo nel bel mezzo della crisi del Golfo che ci ricorda drammaticamente quale sia la situazione del rapporto Nord-Sud e quale il ruolo dell'Occidente, democratico senza dubbio, ma padrone senza equivoci.
È vero che il libro propone nuovi rapporti fra Usa, Europa e Urss in relazione al resto del mondo. È vero che esso ci spinge verso forme più avanzate di democrazia. È vero che non si arresta ad una apologia dell'esistente e non si nasconde i limiti e le contraddizioni della par affascinante situazione storica attuale. Tuttavia non viene sciolto né, mi sembra, affrontato il problema del grande paradosso storico per cui la democrazia si è impiantata in epoca moderna in quei paesi e in quelle civiltà che dominano il resto del mondo (e da cui dipendono, d'altra parte, per mantenere quei livelli di vita che il resto del mondo non si sogna neppure). Il punto è che le sorti del mondo per un futuro democratico non possono essere delegate di fatto all'Europa (con la Germania unificata), agli Usa, all'Urss, poiché il prezzo di una tale delimitazione sarebbe quello di mantenere saldo e intatto il nodo gordiano di società democratiche o in via di democratizzazione, le cui dinamiche interne, politiche, economiche e sociali, sono intrinsecamente connesse con il loro potere politico, economico, militare su quell'esterno che è poi è la gran parte del pianeta.

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Conosci l'autore

Gianluca Bocchi

Gianluca Bocchi è docente di Epistemologia genetica e Filosofia della scienza all’Università di Bergamo. Insieme a Mauro Ceruti, con Feltrinelli ha pubblicato Disordini e costruzione. Un’interpretazione epistemologica dell’opera di Jean Piaget (1982), La sfida della complessità (1991, curatela) e Origini di storie (2000).

Mauro Ceruti

1953, Cremona

Mauro Ceruti, filosofo italiano, è uno dei pionieri nell’elaborazione del pensiero della complessità. I suoi scritti, tradotti in molte lingue, hanno segnato il dibattito filosofico degli ultimi trent’anni. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: La danza che crea. Evoluzione e cognizione nell'epistemologia genetica (Feltrinelli 2006); Origini di storie (Feltrinelli 2006); Una e molteplice. Ripensare l'Europa (Marco Tropea Editore 2009); Il vincolo e la possibilità (Raffaello Cortina Editore 2009); Organizzare l'altruismo. Globalizzazione e welfare (laterza 2010); La nostra Europa (con Edgar Morin, Raffaello Cortina Editore 2013); La fine dell'onniscienza. Epistemologie della complessità (Studium 2015); Il tempo della complessità...

Edgar Morin

1921, Parigi

Edgar Morin è sociologo, filosofo e saggista francese di origine ebraica. Iniziatore del “pensiero complesso” - la necessità di una nuova conoscenza che superi la separazione dei saperi presente nella nostra epoca e che sia capace di educare gli educatori ad un pensiero della complessità -, è uno dei più grandi intellettuali contemporanei. Ha partecipato alla Resistenza (rinunciando agli studi universitari) assumendo il cognome della sua futura moglie: Morin. Ha preso parte a movimenti anarchici, pacifisti e libertari e al Partito Comunista Francese, da cui è stato espulso nel 1951.Negli anni Cinquanta è stato ricercatore presso il C.N.R.S. (Centre national de la recherche scientifique) compiendo studi sul divismo, i giovani...

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