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Il tunnel - Abraham B. Yehoshua - copertina
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tunnel

Descrizione


Una vicenda intima e privata che s'intreccia a doppio filo con quella collettiva e politica del popolo palestinese e di quello israeliano, vicinissimi eppure cosí distanti dal trovare un modo per esistere insieme.

«Il grande autore israeliano ci guida in un tunnel che non è soltanto quello dove s'inabissa un uomo alle prese con la demenza senile, ma che edifica concretamente un trait d'union fra ebrei e palestinesi. Prosa meditativa, saggia, lucente» - Robinson, La Repubblica

Come può un uomo come Zvi Luria, che è sempre stato affidabile e solido, un punto di riferimento per famiglia e amici, un ingegnere che costruiva strade e tunnel, scendere a patti con il proprio inevitabile declino mentale? Come possono farlo sua moglie e i suoi figli? Come ci si comporta di fronte alla razionalità che lentamente svanisce? E come si affronta la paura? Yehoshua costruisce intorno a queste domande una toccante meditazione sull'identità e sull'amore, sui gesti che è necessario compiere prima di congedarsi. Una vicenda intima e privata che s'intreccia a doppio filo con quella collettiva e politica del popolo palestinese e di quello israeliano, vicinissimi eppure cosí distanti dal trovare un modo per esistere insieme. Zvi Luria ha poco piú di settant'anni quando un neurologo gli diagnostica un principio di demenza senile. All'inizio la malattia lo porterà soltanto a commettere piccole distrazioni, sbagliare un nome, confondere un altro bambino per suo nipote, oppure visitare il letto di uno sconosciuto in ospedale convinto di essere al capezzale di un vecchio amico in coma. Poi però tutto diventerà piú duro e passo dopo passo la sua lucidità finirà con l'essere completamente compromessa. Zvi però è sempre stato un uomo preciso e pragmatico, prima di andare in pensione aveva lavorato come capo ingegnere ai lavori pubblici, e non riesce ad accettare di essere destinato in breve tempo a fare una fine del genere. Sua moglie Dina, una pediatra di fama legata a lui da un amore ancora tenero, lo sa benissimo, e lo convince ad aiutare Assael Maimoni, che ha preso il suo posto ai lavori pubblici. Maimoni sta però lavorando al progetto di un tunnel segreto, che trascina Zvi nel cuore del conflitto israelo-palestinese. In mezzo a questo caos mentale e geopolitico Zvi a un certo punto rischia di perdere anche Dina, la sua unica ancora di salvezza... Come può un uomo che è sempre stato affidabile e solido, un punto di riferimento per famiglia e amici, un ingegnere, scendere a patti con il proprio inevitabile declino mentale? Come possono farlo sua moglie e i suoi figli? Come ci si comporta di fronte alla razionalità che lentamente svanisce? E come si affronta la paura? Yehoshua costruisce intorno a queste domande una toccante meditazione sull'identità e sull'amore, sui gesti che è necessario compiere prima di congedarsi. Una vicenda intima e privata che s'intreccia a doppio filo con quella collettiva e politica del popolo palestinese e di quello israeliano, vicinissimi eppure cosí distanti dal trovare un modo per esistere insieme.
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Dettagli

2018
4 dicembre 2018
344 p., Rilegato
9788806234560

Valutazioni e recensioni

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Rosario
Recensioni: 5/5

Peccato che Yehoshua non ci sia più. Lo consiglio a chi non l'abbia ancora letto. Tutti i suoi romanzi sono bellissimi ed anche questo che è il penultimo suo romanzo prima di morire, Come gli altri, o forse più degli altri, ha una scrittura scorrevole ma densa di contenuti su cui riflettere. Il diventare vecchi, la demenza, il rapporto di coppia in età avanzata e i rapporti complicati tra isdraeliani e palestinesi. La struttura metaforica e simbolica fa da padrona ma si lascia comprendere facilmente così come non manca affatto lo scorrere poetico con piccoli e grandi sussulti narrativi di estrema bellezza, se per bellezza si intende la parola controllata ma emozionata. Ve lo consiglio, così come consiglio tutti i romanzi di Yehoshua, dal primo "L'Amante" del 1977 all'ultimo "La figlia unica" del 2021,

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Laura Vicardi
Recensioni: 4/5

Anche in questo libro il grande autore israeliano sviluppa una narrazione coinvolgente, trattando il tema di una malattia attraverso le sensazioni dei protagonisti. Un autore unico sempre originale anche nelle più piccole cose, a volte ritenute erroneamente banali.

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Savina
Recensioni: 4/5

La delicatezza di Yehoshua nel narrare la storia del protagonista e la critica verso la politica intollerante del governo israeliano fanno di questo romanzo un libro da tenere assolutamente nella propria libreria.

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Voce della critica

Cos’è un tunnel, in fondo, se non una metafora di certi oscuri momenti nell’esistenza di noi esseri umani?
Si dice spesso: siamo entrati in un tunnel, speriamo di rivedere presto la luce. Oppure: siamo finalmente fuori dal tunnel. E tiriamo un sospiro di sollievo. Il peggio è passato. Ma cosa accade se, verso il tramonto di una vita di lavoro e rettitudine, scopriamo che quanto ci aspetta per i pochi anni che ci restano da vivere è un progressivo scivolare in un’oscurità senza più alcuna memoria del passato, di chi amiamo e di noi stessi?
L’ingegnere Zvi Luria, ultra settantenne in pensione, ex-dirigente della società statale Percorsi di Israele, dopo una vita trascorsa a progettare e costruire strade nel Nord del paese, si vede costretto ad accettare una diagnosi di incipiente demenza le cui avvisaglie sono ben presenti nella sua vita di ogni giorno. Non ricordare i nomi di battesimo di persone con le quali ha lavorato per anni, ad esempio, o dimenticare il nome della strada in cui abita da sempre o il codice per sbloccare l’antifurto della propria auto.
Amato e assistito dalla moglie Dina, valente pediatra in uno dei maggiori ospedali cittadini, seguito con trepidazione dal figlio e dalla figlia, Zvi Luria non si arrende, scherza sul proprio disagio, lo sminuisce, inventa soluzioni alternative che gli permettano di avere una vita normale, del tutto simile, se non identica, a quella che ha condotto fino al giorno della diagnosi infausta. A parte alcune sgradevoli défaillance la sua mente ha conservato intatta la logica e la capacità di discernimento di un tempo. Dunque, perché non proporsi come aiutante del giovane ingegnere Assael Maimoni, figlio unico di quello che un tempo era uno dei migliori collaboratori di Luria in Percorsi di Israele?
Il suggerimento viene da Dina, convinta che riprendere l’attività, sebbene a titolo puramente gratuito, sia per il marito un’ottima terapia contro la demenza; dal canto suo, il giovane Maimoni accoglie la proposta con gioia e gratitudine: deve costruire una nuova strada nel sud del paese, una strada che dovrebbe arrampicarsi su una certa collina. O forse no. Forse sarebbe meglio costruire un tunnel che sbuchi dall’altra parte così da lasciare intatto l’antico villaggio nabateo che vi sorge sopra e dove vive una strana famiglia di palestinesi senza più identità.
All’inizio titubante e incerto, Zvi Luria accetta nondimeno la sfida dimostrando con i suoi suggerimenti e le soluzioni proposte, che organo strano e persino infido sia il cervello; come un uomo colpito da un progressivo deterioramento cerebrale sia pur sempre in grado di conservare inalterate le conoscenze tecniche acquisite e di mostrarsi lucido e coerente quando ce ne sia bisogno.
Ma la storia, naturalmente, non è tutta qui, in queste poche righe.
Il romanzo di Yehoshua, come ciascuno dei suoi precedenti, altro non è che una lunga, ironica e tortuosa metafora sull’identità di ciascun individuo e i percorsi, o strade visto chi è il protagonista, che seguiamo per difenderla e conservarla. Identità di singoli individui, ma anche di famiglie e nazioni.
Vero. Nella nostra esistenza incontriamo tunnel senza uscita, ma forse possiamo trovare un modo o un compromesso per abitarli e renderli accoglienti. Come è vero che ci sono tunnel che costruiamo di proposito al solo scopo di trovare rifugio al loro interno come in un ventre materno tiepido e accogliente.
Geniale, a tratti sarcastico, tenero e furbo, Zvi Luria è un personaggio indimenticabile come lo sono i co-protagonisti del romanzo. La limpida scrittura di Yehoshua ci accompagna e ci intriga costringendoci a un gioco intelligente e straordinario di metafore e rimandi fino all’ultima battuta.

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Conosci l'autore

Abraham B. Yehoshua

1936, Gerusalemme

Abraham B. Yehoshua è stato uno scrittore e drammaturgo israeliano. Più volte candidato al premio Nobel, ha saputo indagare i rapporti familiari come pochi altri, non trascurando la complessa eredità politica e culturale del suo paese.Nasce a Gerusalemme il 19 dicembre 1936 da una famiglia sefardita originaria di Salonicco, in Grecia. Il padre Yaakov Yehoshua è uno storico. Abraham studia al Gymnasia Rehavia della capitale e presta servizio come paracadutista nell'IDF prima di laurearsi in letteratura all'Università Ebraica di Gerusalemme. Ha insegnato nelle Università statunitensi Harvard di Chicago e Princeton e Letteratura comparata presso l'Università di Haifa. Durante la sua permanenza a Parigi ricopre anche il ruolo di Segretario...

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