Tumulti

Dopo aver letto con passione L'assedio di Krishnapur, ho trovato Tumulti meno interessante. La narrazione, nella fase centrale e finale, indugia troppo nel dettaglio, annoia, mentre l'attesa di un colpo di scena vero e proprio viene frustrata.

Io l'ho trovato ridicolo e inverosimile, con situazioni assurde.

E', in ordine di pubblicazione, il primo dei tre romanzi che formano la cosiddetta "trilogia dell'impero" del grande j. g. farrell, inglese, scomparso tragicamente, annegato, nel 1979. A differenza de "l'assedio di krishnapur" (secondo in ordine di pubblicazione, ma ambientato molto prima, durante la rivolta indiana del 1857), questo "tumulti" è meno realisticamente dettagliato: si tratta quasi di un racconto fantastico, con una straordinaria ambientazione, surreale e stramba, in un gigantesco e decaduto albergo sulla costa irlandese, popolato da vecchie signore e gatti, in cui si aggira, indeciso e melanconico, il maggiore brendan archer, "fidanzato" per lettera con un'attempata signorina, figlia del proprietario dell'albergo, sempre più sfuggente, e che pare voler evitare il maggiore, finché ... (e nel frattempo, sullo sfondo, si addensano sempre più nere le nubi dei tumulti irlandesi del 1919). come sempre in farrell, straordinaria ironia, e il ritratto di un impero britannico ridicolizzato nelle sue convenzioni immutabili, nei suoi riti e nelle sue ipocrisie: da poco riscoperto anche in gran bretagna, farrell è senza alcun dubbio uno dei (diciamo) dieci-venti scrittori inglesi più importanti del ventesimo secolo. imperdibile per chi ama la letteratura inglese ... e per chi ama la buona letteratura e basta! della "trilogia" manca ancora in italiano il terzo romanzo, "the singapore grip" (in cui tra l'altro ritorna in un ruolo di contorno proprio il nostro maggiore archer). una nota di merito a neri pozza per aver portato in italia farrell, con la speranza di vedere pubblicato presto anche il terzo romanzo e, soprattutto, con la speranza che farrell diventi ben conosciuto anche da noi.