La Trilogia di Barrytown: I Commitments-Bella famiglia!-Due sulla strada

Ho amato molto questa trilogia, visto anche i relativi film quando uscirono ad oggi recuperati anche in ligua originale perchè altrimenti si perde molto, infatti The Van in italiano diventa piuttosto orrendo, ma comunque è il meno riuscito, filmicamente parlando. Tornando al libro: I Commitments del 1987, The Snapper è del 1990, The Van del 1991. The Snapper è sicuramente il preferito ma anche The Van incentrato sull'amicizia fra Jimmy e Bimbo è davvero bello. Che dire per me è un libro da tenere, che è un livello superiore a quello del libro "da leggere" perchè implica che potrei anche rileggerlo. Non mi verrebbe da regalarlo, in primis perchè forse un pò datati, l'ambientazione è anni '90, ad oggi hanno un fascino legato anche al periodo, in secondo luogo sono, come dire, particolari, non lo vedo come libro da regalare.

Terribili...decisamente terribili... I COMMITMENTS sono 130 pagine di testi di canzoni, "versi" fatti dagli strumenti, parolacce e banalità. BELLA FAMIGLIA! è a dir poco patetico e squallido. DUE SULLA STRADA è ripetitivo fino alla noia pura e il comune denominatore di tutti e tre i romanzi è il linguaggio scurrile (troppo scurrile!!) e la pochezza dei personaggi. Da non leggere.

Ben scritti, divertenti, ma mi hanno fatto una strano effetto, perchè pur essendo una trilogia i tre romanzi mi sono sembrati slegati, poco " comunicanti".Le tre narrazioni, più che completarsi e intrecciarsi, si sovrappongono...la narrazione centrale di ogni romanzo - e il relativo punto di vista - prevaricano il resto in modo forse brutale. In I COMMITMENS ( che secondo me è quello meno interessante) la vera protagonista è la musica, mentre gli esseri umani, anche quelli in primo piano, sono solo comparse; BELLA FAMIGLIA è il romanzo che mi è piaciuto di più, è davvero divertente e allo stesso tempo tocca con ironia argomenti tosti come l'arrivo di un bimbo non atteso e le chiacchiere della gente. DUE SULLA STRADA mi ha fatto lo stesso effetto del primo libro, un protagonista che monopolizza la scena e taglia fuori il resto. Non mi hanno convinto al cento per cento, ma resta uno stile di scrittura diretto e sorprendentemente divertente, very Roddy Doyle.