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La tribù degli antichisti. Un'etnografia ad opera di un suo membro -  Andrea Cozzo - copertina
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Descrizione


Un grecista studia antropologicamente il territorio, le attività e le idee, quelle scientifiche, della "tribù" di cui fa parte. La grecistica viene considerata nelle sue pratiche didattiche e della ricerca, con tutto ciò che la struttura come campo disciplinare in evoluzione, con le sue dinamiche di potere, i suoi miti, i suoi eroi fondatori, i suoi criteri di validità, in relazione ad un preciso contesto tecnico (l'università) e politico (la nazione).
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Dettagli

2006
15 giugno 2006
287 p., Brossura
9788843038831
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Indice

Introduzione. L'antropologia della tribù dei grecisticome contributo alla riflessione epistemologica, didatticae, soprattutto, sociale1. Una doppiezza: due pesi e due misure 2. Un'altra doppiezza: ogni ricostruzione è socialmentedeterminata... tranne la 'nostra' 3. Ignoranti e professionisti 4. Uno studio del nostro punto di vista 1. Il territorio, il modo di vivere e di riprodursi e l'organizzazionedel lavoro dei grecisti 1.1. Costumi e psicologia 1.1.1. Scienza e reti di potere / 1.1.2. Attività didattica1.2. Pragmatica della comunicazione scritta: generi letterarie contesti 1.2.1. I generi scientifici tra accademia e mercato / 1.2.2. Manuali(la scienza per chi la apprende) / 1.2.3. Traduzioni e servizio allasocietà / 1.2.4. Agit-prop1.3. Letteratura greca, storia della letteratura greca e altrimiti in forma di disciplina 1.3.1. Intrecci di presupposti / 1.3.2. Racconti disciplinari: modi diesposizione / 1.3.4. Racconti disciplinari: forme di scrittura e stili2. Cosmologie. Scienza e non-scienza dell'antichità(greca) 2.1. Tipo di attività (leggere o studiare') 2.2. Approcci cosiddetti prescientifici (quando la letteraturagreca non esisteva)2.2.1. Moderni2.3. Approcci cosiddetti scientifici (della critica e dell'accademia)2.3.1. La stirpe degli eroi / 2.3.1.1. Il fondatore, i compagni, gli antenati/2.3.1.2. Un sapere per l'università e per la nazione / 2.3.2.Umanesimi (ogni tribù vuole i suoi barbari, o peggio i suoi non-uomini)/ 2.3.3. La tribù nell'epoca della globalizzazione / 2.3.3.1. L'aperturaoltre lo storicismo e gli Umanesimi / 2.3.3.2. Ermeneutica/ 2.3.3.3. Sociologia, storia culturale, antropologie, nonviolenza2.4. Concetti fondativi di una forma di conoscenza autoritaria2.4.1. Metodo, topica e domande giuste / 2.4.2. Confutazione eprogresso / 2.4.3. Completezza bibliografica... e un esempio riassuntivo3. Alcune credenze scientifiche 3.1. Grafocentrismo e letteratura 3.2. Periodizzazioni 3.3. Geografie 3.4. Metafore, ovvero: lo studio dei Greci come se servisseroa che cosa' 3.5. Fenomeni culturali e concetti letterari. Importanzaassegnata ad alcuni autori, opere o fenomeni e lorocategorizzazione 3.5.1. L'autore e il nesso autore-opera / 3.5.2. Frammenti / 3.5.3Filosofia / 3.5.4. Presocratici / 3.5.5. Lirici / 3.5.6. Storia4. Parole e pratiche della filologia 4.1. Ogni membro della tribù sa che... 4.2. Filologia e antistregoneria 4.2.1. Sapere fondamentale e specialistico / 4.2.2. Teoria chiara eprudente / 4.2.3. ...e flessibile4.3. In che modo le contraddizioni interne alle credenze e aicomportamenti della corporazione vengono eliminate 4.3.1. Separazione tra scienza (o arte) e singolo operatore / 4.3.2.Esistenza di sottoregole ad hoc / 4.3.3. «Essi ragionano in modoeccellente nell'idioma delle loro credenze» / 4.3.4. La forma e laverità. Edizioni critiche ed emarginazione / 4.3.5. Poteri / 4.3.6.Un sistema omeostatico'Bibliografia/

Voce della critica

Qualche volta tocca agli scienziati mettersi nella (scomoda) posizione di essere osservati al microscopio. Celebre fra gli accademici, ad esempio, è il pamphlet di Francesco Attena dal titolo Psicopatologia della carriera universitaria, incentrato in modo particolare sulle facoltà tecnico-scientifiche analizzate nella loro antro(pato)logia. In questo La tribù degli antichisti, invece, l'occhio davvero spietato di Andrea Cozzo passa in esame gli scienziati dell'antichità, e i grecisti in particolare, ritorcendo su di loro il metodo di indagine antropologico spesso adottato nei loro studi: ne risulta una carrellata di tic, verità costruite, postulati discutibili, atteggiamenti tribali che rendono l'antichista un essere etnograficamente sovrapponibile a uno stregone Zande e i cui rituali vengono decostruiti sempre con un occhio a Nietzsche e a Feyerabend. Il volume non è, come potrebbe sembrare dal titolo, un semplice, magari intelligente, divertissement, come nel caso del testo di Attena: se un leitmotiv si deve cogliere, è anzi l'appello costante dell'autore affinché gli scienziati dell'antichità escano dalla torre d'avorio, si impegnino e, come avrebbe detto Seneca, si dedichino allo iuvare. In questo percorso talvolta ci si imbatte in qualche eccesso metaforico: il testo critico come "centro di accoglienza temporanea"; il seminario universitario democratico come la politica di Hitler o Bush (citati insieme); ma il testo, nel suo complesso è davvero stimolante e accademicamente piuttosto coraggioso; diremmo "interessante", se, dopo l'impietosa disamina semantica di questo aggettivo che l'autore propone, non avessimo giurato di bandirlo dal nostro lessico.
  Massimo Manca

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