Il trentunesimo giorno

Io non ho titolo per commentare un libro né tantomeno fare una..."recensione", più semplicemente, se richiestomi, esprimo un parere con due parole in croce. Ecco per parlare di questo libro di Dario Tonani, non amando le etichette di genere, affermerei solo con gergo tecnico che sia un eco-distopico. Partendo dalla copertina, di sicuro impatto scenografico, e piuttosto inquietante, quando si inizia la lettura si percepisce tutt'altro. Gli ingredienti, tutti dosati con sapienza e un lessico soprattutto metaforico di alto livello, sono magia, fiaba, tensione e anche ruvidità descrittiva, che si stempera subito con il passaggio a un'altra immagine. Le immagini... Questo ultimo lavoro dell'autore, pur non essendo dotato di alcuna fotografia all'interno, è ricco di immagini, sembra quasi di essere immersi nella lettura di una novella a fumetti. Alvaro uno dei protagonisti a tratti potremmo paragonarlo a un Corto Maltese del futuro. La storia si dipana, si frammenta, si alterna con altre storie al suo interno di cui Tonani, come un abile giocoliere di parole, si diverte a farti trovare un senso. Molto sono i messaggi lasciati come sassolini di Hans e Gretel in questa storia, suggendo parola per parola come nettare, ci si accorge che tutto ha un significato e una sua logica, intrinseca ed estrinseca, se ci rifletterete anche il trapezio del circo ha un suo profondo significato e chissà forse è proprio quello l'inizio. Grazie a Dario Tonani e a Franco Forte per i suo fiuto e anche un gusto sopraffino