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In stato di grazia, come la grande narratrice di Accabadora, Murgia scrive per tutti noi un libro estremamente originale che rimanda a una costellazione di altri grandi libri: Il crollo di Fitzgerald, Lo zen e il tiro con l'arco di Herrigel e L'anno del pensiero magico di Didion.
«Michela Murgia, raccontando i diversi punti di vista dei suoi personaggi, le loro solitudini e singolarità, ci spinge a riflettere sulla complessità delle relazioni, a sforzarsi di comprendere le sfide e le lotte del prossimo senza giudicare. In un certo senso, credo, ci dà modo di considerare motivazioni e risorse emotive degli altri come a una possibilità per uscire dai nostri schemi e preconcetti.» - Beniamino Cavalli
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Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, ultimo libro di Michela Murgia (Mondadori, 2023), alla ribalta nell’ultimo periodo per aver fatto coming out della sua malattia: carcinoma renale al quarto stadio e di come anche quando la malattia ti invade non per forza è una condanna, ma alle volte è una fortuna perché ti rende obbligatoriamente più consapevole e responsabile nell’onorare ogni giorno in più che la vita ti concede. Un romanzo corale, in cui i protagonisti delle diverse storie stanno affrontando un cambiamento radicale, la malattia – racconto specchio della vita dell’autrice –, la pandemia, un lutto, una gravidanza, la fine di un amore ed ognuno trova una propria forma, un proprio rituale per attraversare e gestire questa crisi.
Nei ringraziamenti Michela Murgia scrive di aver compreso che il “pudore non fa letteratura”. Si avverte ovunque la nota biografica dell’autrice, disseminata qua e là, seminascosta, per pudore appunto. E’ invece una confessione profonda, autentica e veritiera, sincera con se stessa al limite della spietatezza. Avrebbe potuto scrivere chissà quanto altro.
Un libro bello, ma troppo articolato. Difficile seguire il filo conduttore che unisce le storie. Penso sia necessaria una seconda lettura per comprenderlo a pieno.
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