Il toro non sbaglia mai

C'è l'amore vero per la tauromachia. Un amore discutibile per alcuni, ma espresso in questo libro nel modo più sincero, appassionato e veritiero. C'è nelle storie del protagonista e di chi gli ruota intorno il vero animo della Spagna e del Mediterraneo, un intreccio di passioni, crudeltà, amore e rispetto per la propria storia e la religione come simbolo identitario.

Il libro mi è stato consigliato, vista la mia passione per la Spagna. In taluni frangenti le descrizioni dell'Andalusia sono superbe, sembra quasi di essere a Cadiz. Belle le spiegazioni sul mondo taurino, sia sui suoi personaggi storici che sul piccolo mondo che gli "gira in tondo". Una stella in meno perchè talvolta le digressioni filosofiche, che presumo viste le successive pubblicazioni appassionino l'autore, rischiano di appesantire la lettura. A me non dispiace l'approccio "a digressioni" che sia hanno nel racconto ma a taluni potrebbe piacere un approccio più lineare/classico nella narrazione. Consigliatissimo a cui vuole capire/scoprire cosa c'è dietro "la corrida", un bel primo passo per scoprire questo mondo. E anche a chi vuoole sentire il caldo sulla pelle, come se fosse nelle stradine di Cadiz.

Libro da pubblicizzare sicuramente perché leggendo queste pagine arriva tutto l' amore e la passione dello scrittore per l'argomento trattato. Il tema del romanzo è sicuramente uno di quelli che spiazzano e che spaccano l'opinione pubblica, certe cose o si odiano o si amano, in questo libro si parla della...corrida! Io lo ammetto non apprezzo la tauromachia, ma... non posso non elogiare la maestria e la partecipazione corale dello scrittore nel descrivere non solo la corrida fine a se stessa, cioè la sfida tra uomo e toro all'interno di un'arena, ma tutto il corollario e tutta la letteratura e gli usi e costumi e l'antropologia dei popoli che apprezzano questo genere di spettacoli. La trama: un italiano appassionato di corride si reca nel Sud della Spagna per penetrare il mistero della tauromachia e s'imbatte in un torero fallito, Rafael Lazaga, che lo accompagnerà in un lungo viaggio non solo attraverso le arene e i toreri, ma anche e soprattutto in un excursus interiore e di pensiero non indifferente. Grazie a queste pagine ho letto per la prima volta di modi di dire e situazioni che non avrei mai immaginato, tipo la "toreria" che è un termine intraducibile in italiano ma che caratterizza un torero e l'eventuale capacità di catalizzare l'attenzione e di attirare spettatori in un'arena. Affascinanti le pagine in cui si parla dell'allevamento dei tori da destinare alle corride, le aziende vengono considerate dei veri e propri ecosistemi(la desehada) e i bovini da indirizzare alle corride sono di razza "da lidia". Ripeto pur non essendo io un estimatore delle corride ho trovato molto singolari queste pagine, allo stesso tempo a mio parere risultano intensi anche i dialoghi tra il protagonista del romanzo e i tanti toreri famosi (e non) incontrati durante il suo viaggio. Bel libro, per avvicinarsi senza pregiudizi verso un qualcosa che sicuramente non lascia indifferenti come le corride