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Tolleranza zero - Irvine Welsh - copertina
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Descrizione


Ospedale di Edimburgo, rianimazione: Roy Strang giace in coma in seguito a un tentato suicidio, ma la sua mente è un continuo frullio di ricordi, sogni e deliri. Roy rivive l'infanzia e l'adolescenza in una famiglia di spostati, le botte prese, i traumi subiti; tutta la violenza incamerata esplode anni dopo, quando entra in una banda di hooligans e viene coinvolto in uno stupro di gruppo che lo lascia in preda a un vertiginoso senso di colpa. Alla rievocazione del terribile passato si intrecciano fantasie che sono proiezioni delle sue inquietudini.
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Dettagli

6
2006
Tascabile
2 novembre 2006
310 p., Brossura
9788882469689

Valutazioni e recensioni

4,67/5
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Paolo
Recensioni: 3/5

Concordo con l'ultimo commento. E' originale la struttura di questo romanzo, ma la storia è noiosa e banale. Ci sono tanti personaggi e alcuni inutili. Sembra poi che parlino tutti alla stessa maniera. Ho apprezzato maggiormente Il Lercio e Una testa mozzata, oppure i racconti di Serpenti a sonagli.

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Katia
Recensioni: 3/5

E insomma, trovo originale la storia e il modo in cui è costruita, novità per chi non ha mai letto uno come Welsh, ma insomma dire che è stupendo... è esagerato. Fuori dai miei canoni, ma non per questo piatto e noioso, sicuramente. Manca qualche rotella a questo scrittore? Cmq abbastanza scorrevole e veloce nella lettura

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Alexandra
Recensioni: 5/5

Sisi è proprio lui, ormai la mia è una vera e propria cultura su Irvine, mi manca solo l'ultimo... come al solito riesce a mettere a nudo le sensazioni, le emozioni, di persone che sono quasi sempre allo sbando, ai limiti, ti conivolge, ti appassiona, per questo lo adoro. Roy, che ragazzo, lo si puo incontrare ovunque, in metro, all'universita, a lavoro o sullo stadio e dopo tutte le sue vicende, le cose fatte, il più delle volte cose sporche, il senso di vendetta con Winston due, l'ho odiato da animalista convinta che sono, nonostante tutto ci so rimasta male che non ce l'abbia fatta, proprio quando aveva più voglia che mai di ritornare a vivere.Irvine Welsh, come al solito 10++++++++++++++

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La recensione di IBS


«Sento proprio che mi tocca, o lo penso soltanto? Ho sentito davvero la voce dei miei genitori, o è stata tutta una fantasia? Non ne so niente, e me ne frega ancor meno. Tutto quello che possiedo sono i dati che ricevo. Non me ne frega niente se sono prodotti dai miei sensi o dalla mia memoria o dalla mia immaginazione. Da dove arrivano conta meno del fatto che esistono. L'unica realtà sono le immagini e i testi.»

Welsh ancora una volta non delude chi cerca nei suoi libri quell'intensa e crudele critica sociale, densa di ironia, che ha reso famoso Trainspotting. Anche in questo nuovo romanzo fumi allucinati (ma non da allucinogeni) stagnano nelle pagine, talvolta sollevati da lievi brezze o folate più forti. Fumi che lambiscono tutta la vicenda, spesso trasformandosi in fitte nebbie, talvolta dissolvendosi rapidamente. Sono proprio dissolvenze continue, come in un film "d'effetto" a costruire la storia. Svanisce un'immagine e ne compare un'altra che si sovrappone e prosegue in una narrazione diversa, verso un'altra direzione. Sono le visioni di un uomo in coma, i flash che continuamente appaiono agli occhi (no, alla mente) di un giovane in un letto d'ospedale, isolato dal mondo, ma non così incosciente da non capire che in quel mondo che cerca di trascinarlo "dentro" lui non vuole rientrare: «quaggiù, fra gli agi del mio stato verduroide, nel mio mondo segreto, posso scoparmi chi voglio io, ammazzare chi mi pare, no no no, niente di quella roba, posso fare le cose che avrei voluto fare, le cose che ho cercato di fare lassù, nel mondo vero. Indietro non si torna. E comunque, questo mondo per me è vero a sufficienza, e me ne resterò qui fuori dai piedi, dove non possono venire a scovarmi, almeno finché non avrò chiuso il conto». A fondo, a fondo, a fondo. Questo è il ritornello costante del pensiero. Restare a fondo, sprofondare ancor di più. Per nascondersi, per fuggire, per sopravvivere, se possibile.

Uno scopo nella vita Roy Strang ce l'ha, anche nel suo stato comatoso: uccidere il Marabù, uccello («predatore e spazzino») divenuto nella sua mente simbolo e incarnazione del Male. Un compito che non intende svolgere da solo, ma in compagnia di due fidati amici. Ucciderne anche l'ultimo esemplare, viaggiando con disperata determinazione nell'Africa nera, sulle strade del Kenia, nei parchi naturali... Questo, sì, è ciò che vuole fare. Solo a questo intenderebbe pensare se non ci fosse continuamente qualcuno che cerca di distrarlo: un dottore che vuole sottoporlo a chissà quale nuovo torturante esame, un'infermiera che lo tratta con dolcezza e che gli racconta le emozioni più intime, una madre che vuole fargli ascoltare vecchie musiche e canzoni per farlo "risorgere"... Nato in una famiglia disastrata e dall'equilibrio economico precario, dotato di un fisico greve e di un viso dai tratti popolari, cresciuto in un ghetto periferico di Edimburgo triste e violento con un padre alcolizzato, emigrato senza successo con la famiglia in Sud Africa (dove un ricco zio approfitta più volte di lui), la vita di Roy non prometteva esiti brillanti nemmeno nell'infanzia. Il suo ripercorrerla con la memoria senza nostalgie, senza sentimentalismi, ma con la schietta visione obiettiva di chi riesce ad estraniarsi dal proprio passato, è un merito che gli arriva dalla situazione psicologica e fisica del coma.

Roy lotta contro il risveglio, contro la vita. Vuole rimanere a fondo e proseguire nelle sue allucinate visioni. Vuole dimenticarsi di quella banda di hooligan di cui faceva parte, dello stupro di gruppo commesso contro una ragazza indifesa, dell'alcol, dei manifesti (reali?) che tappezzano le città e che puntano alla "tolleranza zero" contro la violenza a donne e bambini, dei sensi di colpa che lo hanno tormentato a lungo sino al punto di arrivare a scelte estreme.

Welsh ha con lui trovato un nuovo protagonista di vagheggiamenti psichedelici. Non un tossicodipendente come spesso sono i personaggi attorno ai quali ama intessere le storie, ma un uomo sofferente di allucinazioni che, come un drogato, è deciso a non uscire dal torpore, a non abbandonare i sogni. Come sempre nell'opera di Welsh sembra esservi compiacimento per situazioni violente e partigianeria nei confronti dei personaggi negativi. Ma in realtà è la condanna verso questi atteggiamenti a prevalere, se si scava dietro le apparenze. Purtroppo a perdere è sempre la società occidentale nel suo complesso e un riscatto completo dei più deboli non ci sarà, ma una cosa è certa: i "cattivi" questa volta non vincono.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Irvine Welsh

1958, Leith, Edimburgo

Scrittore e drammaturgo scozzese. Esploso nel 1993 con Trainspotting, romanzo – e film di culto di Danny Boyle, dopo essere stato «il capofila della chemical generation», Welsh è diventato uno degli autori più amati dal pubblico europeo. Energia, intelligenza, inventiva linguistica, spregiudicatezza, humour nero, gusto per l’eccesso, oscenità, nichilismo spietato sono alcuni dei molti ingredienti che Welsh ha saputo mescolare e che hanno reso assolutamente unico l’estremismo narrativo dei suoi formidabili romanzi. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Tolleranza Zero (1995), Colla (2001), I segreti erotici dei grandi chef (2006), Skagaboys (2012), La vita sessuale delle gemelle siamesi (2014), L'artista del coltello (2016).

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