Tokyo zombie

Continua la fortunata tradizione di Coconino circa la proposizione, in Italia, della corrente gekiga, che pur con troppo ritardo sta finalmente acquisendo una certa consapevolezza. Per l'occasione, ci viene mostrata una delle opere più recenti di tale flusso, in una ramificazione moderna nota come "heta-uma": quello che in Piemonte chiamerebbero "brut e bon", "brutto ma buono", con la forma che si sacrifica interamente in favore della sostanza. Effettivamente Yusaku Hanakuma, figura underground e pittoresca del fumetto nipponico nella sua storia più recente, non pare coltivare alcun interesse nei virtuosismi estetici: il suo disegno è anzi consapevole dei propri limiti, considerandoli quasi come una medaglia al valore da esporre orgogliosamente persino nei suoi momenti maggiormente splatter e tecnicamente più scarsi. A trascinare il tutto è infatti il messaggio che traspare da una trama anch'essa bizzarra ma tutto sommato lineare: una critica sociale all'uomo e al capitalismo, qui incarnato in un monte Fuji nero che inghiotte tutto e tutti, rigurgitandolo poi sotto forma di zombie. Proprio questi ultimi vengono apparentemente dipinti come i nemici dell'umanità, che alla lunga emerge però come la vera nemesi di se stessa: c'è in fondo poi tanta differenza tra esseri che vagano come morti viventi e individui che invece sono morti dentro, al punto di legittimare qualunque barbarie, perversione e nefandezza per pura noia? L'autore ci fornisce una sua visione, in un'edizione ancora una volta nobilitata dall'ottima cura di Coconino.