Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Timaeus - Friedrich W. Schelling - copertina
Timaeus - Friedrich W. Schelling - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 6 liste dei desideri
Timaeus
Attualmente non disponibile
12,76 €
-5% 13,43 €
12,76 € 13,43 € -5%
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
12,76 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
12,76 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Timaeus - Friedrich W. Schelling - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


Con questo commento al dialogo platonico Timeo, scritto a soli 21 anni durante gli studi a Tubinga, comincia la lunga carriera filosofica di Schelling. Il libro rappresenta una delle poche testimonianze dell'interpretazione dei classici della filosofia da parte dei giovani esponenti dell'idealismo tedesco. Filtrato secondo le categorie critiche della filosofia kantiana, il Timaeus lascia già intravedere l'impronta personale del pensiero di Schelling che si ispirerà alla genesi del mondo e della materia espressa dal dialogo platonico per scrivere molte delle sue opere successive.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

1995
1 gennaio 2005
166 p.
9788878026216

Voce della critica


recensione di Griffero, T., L'Indice 1996, n. 5

Che cos'avrà di tanto stimolante questo acerbo commentario giovanile schellinghiano (1794) ad alcuni luoghi del "Timeo" platonico (e del "Filebo") da indurre i curatori tedeschi a estrapolarlo dal lascito manoscritto e a pubblicarlo in anticipo rispetto alla sua più naturale collocazione nell'edizione critica? E quale urgenza oggettiva avrà spinto i curatori italiani a presentarne una traduzione a meno di un anno di distanza dall'edizione originale? Difficile sopravvalutare la questione che esso mette in gioco, giacché, se non rovescia del tutto l'immagine già nota degli anni altamente formativi trascorsi da Schelling con Hegel e Hölderlin a Tubinga, questo commentario ha tuttavia l'indiscutibile merito - come mette brillantemente in luce l'ampia introduzione di Moiso - di fornire un contributo formidabile all'annosa questione delle radici platoniche dell'idealismo tedesco. Già la sua semplice datazione segnala, infatti, in Schelling, sia l'anteriorità dell'influenza platonica (e non, come si pensava, solo di un generico neoplatonismo) rispetto a quella fichtiana, sia l'interesse costante per lo sfondo necessariamente irrazionale ed entusiastico della ragione stessa, nonché per una forma d'intuizione non sensibile che certifica il "legame" permanente tra l'uomo e l'origine degli esseri (e che di lì a poco assumerà il nome di "intuizione intellettuale").
Ma questo documento getta una luce assai perspicua soprattutto sul modo in cui Schelling, mosso dall'esigenza di spiegare come la ragione abbia potuto tradursi nel sensibile e da questo sia simbolicamente inferibile, coniuga spregiudicatamente antico e moderno, e precisamente kantianizza Platone e platonizza Kant. Da un lato, infatti, secondo il principio generale che Platone "ovunque proietta il soggettivo sull'oggettivo", egli riduce le idee da sostanze a forme logiche, pur senza mai circoscriverle all'intelletto umano; dall'altro, abbandona l'universale meccanicismo kantiano in favore di una visione teleologica e organica del cosmo modellata appunto sulla dottrina platonica dell'anima del mondo e non priva di una tonalità estetica. La kantianizzazione di Platone (vi insiste, nella postfazione, Federica Vigan•) non esclude neppure la trasformazione del mito cosmologico stesso in mito della conoscenza: i principi platonici di illimitato-limite-causa-misto (tratti dal "Filebo" e costantemente fatti interagire con il "Timeo") valgono per Schelling, infatti, tanto come "concetti mondani formali" preposti alla generazione della realtà, quanto come (kantiane) condizioni di possibilità della conoscenza. Vero filosofo, in ultima analisi, è quello che non sceglie tra Platone e Kant, ma sa scoprirne la comune concezione della ragione, fondata sull'esigenza di "separare nettamente la forma della conoscenza e della realtà dal contenuto sensibile" - il solo antidoto alla credenza "visionaria" nella perfetta continuità tra mondo ideale e mondo sensibile.

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Friedrich W. Schelling

1775, Leonberg, Württemberg

Filosofo tedesco, secondo dei tre grandi esponenti dell’idealismo tedesco, successore di Fichte e predecessore di Hegel. Pubblicò una serie di scritti che fondono l’idealismo trascendentale con la filosofia della natura (Idee per una filosofia della natura, 1797; Sull’anima del mondo, 1798; Sistema dell’idealismo trascendentale, 1800).All’interno del suo sistema filosofico, che definisce l’assoluto come identità originaria e indifferenziata di tutte le opposizioni (finito e infinito, materia e spirito, reale e ideale), l’arte in quanto attività conscia e inconscia, sintetizzante libertà e necessità, è l’unico, vero «organo» della filosofia e può pervenire all’assoluto.Fondò...

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore