Ti darò il sole

Ti darò il sole è un romanzo puro, semplice, diretto e brillante, che arriva dritto al cuore. È una storia d’amore, ed è una storia sull’arte. L’arte come costante, cruccio, vezzo, consolazione, mezzo e fine. Ogni pagina ne celebra la grandezza, ed è attraverso l’arte che i due protagonisti si presentano, in maniera differente e opposta. Da questa imparano che non c’è un solo tentativo, che si può provare e riprovare, una, due, tre, cento volte. Attraverso l’arte perdonano e si perdonano.
NoaheJude, fratelli gemelli, così simili eppure così diversi, due metà di un intero. Comunicano senza parlare, fanno addirittura le stesse, identiche mosse a morra cinese! Ma NoaheJude sono anche molto competitivi, si dividono il mondo da quando avevano 5 anni, si contendono l’amore dei loro genitori.
La struttura stessa del romanzo rispecchia il dualismo “NoaheJude”: metà del libro è raccontata da Noah e l’altra metà da Jude. Sia Noah che Jude ci restituiscono solo pezzi della storia, uno il prima e l’altra il dopo.
Il romanzo inizia con il racconto di Noah: 13 anni e un mondo visto e filtrato dai suoi occhi, dai suoi disegni, che dipinge anche e soprattutto nella mente. Noah è un “rivoluzionario”, è quello strano dei gemelli, non ha amici e disegna, disegna, disegna sempre. Ogni attimo di vita diventa un quadro, il suo personalissimo modo di spiegare e decodificare il mondo. Jude è la sua gemelle, è solare, divertente, ribelle, calamita tutte le attenzioni su di sé. Durante l’estate dei suoi 13 anni Noah incontra qualcuno e se ne innamora perdutamente, un amore che lo travolge come uno tsunami.
Ma proprio sul più bello la narrazione di Noah si interrompe e comincia quella di Jude, 3 anni dopo. Non è la stessa Jude descritta da Noah, è completamente diversa. Non più circondata da amici e ragazzi, non più abiti colorati, né i suoi chilometrici capelli fatti di luce. È nascosta da più di uno strato informe di vestiti e si tiene lontana da chiunque. Jude racconta la sua storia a strati e svela quello che è successo per gradi, non con la stessa immediatezza di Noah. Se il fratello ha il talento per il disegno lei per la scultura: vuole realizzarne una di roccia, perfetta, convinta che solo in questo modo potrà rimettere insieme i cocci della sua vita. Anche Jude, come era successo a Noah, incontra l’amore. Lei, però, non lo accoglie né lo vive in maniera spontanea. Come ogni altra cosa che le sta intorno, non lascia che questo amore le si avvicini, lo guarda da lontano, lo vive come una tentazione a cui non può cedere.
Attraverso i due punti di vista alternati scopriamo che un evento traumatico ha sconvolto le loro vite, ha cambiato entrambi, ha fatto in modo che loro stessi si scambiassero i ruoli: Noah è quello “normale” e Jude quella bizzarra. Le due storie sono una la conseguenza dell’altra, delle loro decisioni, dei loro sbagli e di tutte le altre decisioni e sbagli che non dipendono dalla loro volontà.

Recensione di Rossana Saullo

Si ringrazia il Master Professione Editoria dell'Università Cattolica di Milano