The plague doctor

Un thriller ad ambientazione nostrana, che ben racconta della banalità del male, spesso sin troppo vicino a noi ed alle nostre vite. Esistenze che procedono fra l'ambiente di lavoro, spesso alienante e frustrante, e rapporti e relazioni vissuti intensamente, ma talvolta deludenti. Le descrizioni asciutte, quasi una sceneggiatura cinematofrafica, lasciano spesso senza fiato. L'accuratezza del linguaggio e dei vocaboli, a ben inquadrare una realtà che solo apparentemente è scevra dal mondo allucinato di un vendicatore mascherato, e le scelte stilistiche dell'autrice convincono e conducono fino all'epilogo. Ma ... sarà davvero l'epilogo?

L'idea madre di plague doctor e della sua missione purificatrice è accattivante per un thriller ambientato nella periferia italiana; la protagonista con il suo corollario di delusioni, insoddisfazioni e la sua voglia di miglioramento è verosimile nel suo ruolo e suscita empatia. Ci sono però alcune scelte stilistiche e di contenuto poco funzionali alla trama: vengono svelati troppi particolari che ci fanno intuire l'identità di Plague Doctor già nelle prime ottanta pagine; i continui ed esatti riferimenti al mondo amministrativo della scuola e alle sue storture sono forse inseriti per conferire maggior verosimiglianza all'ambientazione ma, essendo appunto troppo reali, sviliscono la tensione drammatica e disturbano il lettore. Alcuni particolari nelle scene di carattere poliziesco appaiono al contrario poco verosimili anche per la finzione letteraria (soprattutto nello svolgimento del finale). La scrittura cerca audacia e scioltezza lessicale ma sfocia spesso in esplicitazioni e metafore ridondanti e inflazionate.

Un thriller appassionante che sfocia in un finale a sorpresa.Un'opera che fonde insieme sentimenti ed emozioni contrastanti,da leggere tutta d'un fiato