Testimone d'accusa e altre storie

I personaggi dei racconti di questa raccolta sono molto simili tra di loro: ricche donne anziane, giovani uomini a caccia di eredità, premonizioni, gente che crede al soprannaturale e, naturalmente, assassini. Anche se questi sono più o meno i soliti temi delle opere della Christie, la sua capacità farci riflettere fino alla fine, per poi sorprenderci è, appunto, sorprendente. Grande lettura, Agatha è sempre Agatha, con solo rammarico: avevo visto il film di Billy Wilder in passato ed il primo racconto, forse il più bello di tutti, sapevo già come andava a finire.

Mai dire che si tratta di alleggerimenti estivi, mai relegare fra i margini di una stagione precisa libri e storie che attraversano le cortine del tempo superandone ogni finitudine. Qui siamo nella Maestria di un inghippo che è davvero genio centellinato. Un amore così alto e teso al punto da farsi accusa contro il coniuge, un avvocato che staglia fra le pagine un ritratto anche più che indimenticabile (se poi lo associamo alle fattezze di Charles Laughton, come nel meraviglioso film di Billy Wilder, siamo sulla vetta). Quasi un incanto da commedia, come sempre accade nei primi incontri con questa dama dei veleni, un lento susseguirsi di atmosfere e di sfondi che pian piano cresce fino a diventare tensione sottile, e soprattutto un duello in tribunale fra accusa e difesa che lambisce i fasti del saggio poliziesco. La trama sale così verso un impervio di inattesi e di spiazzamenti che disorientano e affascinano, si partecipa delle sorti dei coinvolti come dentro una giostra di prese in giro che solo quest'autrice sa costruire. L'esito, come sempre, è pura gratitudine, perchè essere smaccati in tal modo non può che suonare come un abbraccio da sinceri e appassionati lettori a questa maga dai mille tranelli. Provate solo a entrare nella testa di Sir Wilfrid Robarts, questo stralunato ironico spassoso e geniale difensore che troneggia nel romanzo col suo sigaro e i suoi ghigni, coi suoi ragionamenti e le sue battute. Sarà il primo a perdere nel gioco delle cose e il primo a dire alla Christie: come hai fatto? E tuttavia è così, bisogna accomodarsi davanti alla scena e darsi senza freni ai fasti di questa sinistra felicità, di questi raffinati echi di male e di ogni soluzione possibile. Le smorfie della Dietrich o di Tirone Power (per chi ricorda la pellicola) sono più allungati in una narrazione che incatena. E' fuor di dubbio uno dei suoi capolavori, nonostante abbia come libro la sostanza di un lungo racconto. Christie superlativa, ma è inutile dirlo. Veleno sublime.

Molto bella la storia, con colpi di scena emozionanti. consigliatissimo per chi ama i gialli.